Prato, doppio incendio in contemporanea. Per la Procura sono collegati. Il mittente arriva dalla Francia
Il primo rogo in via dei Confini a Prato, il secondo a Seano, frazione del comune di Carmignano
Doppio incendio a Prato. Il rogo è divampato alle prime luci dell'alba in due aziende gestite da imprenditori cinesi nel settore della logistica. Il primo è avvenuto in via dei Confini a Prato, mentre il secondo a Seano, frazione del comune di Carmignano. Per il procuratore della città laniera, Luca Tescaroli, non ci sono dubbi: sono collegati.
"Gli inneschi sono stati azionati da pacchi provenienti da una stessa impresa".
A capo ci sarebbe la guerra delle grucce e il mercato di gestione della stessa.
Una guerra tra bande
Secondo quanto ricostruito fin qui i pacchi avevano lo stesso indirizzo mittente, un luogo francese. E sembra che gli incendi siano collegati a molti altri episodi criminali avvenuti negli ultimi anni a Prato, città che ha visto riaccendersi una sorta di faida tra bande criminali di orientali sotto la forma del cosiddetto "racket delle grucce".
Una pista che, se confermata, potrebbe far riaccendere i riflettori sul mondo del sommerso pratese. Diversi i tentati omicidi, incendi e agguati che potrebbero essere collegati tra loro.
Da tempo, infatti, la procura di Prato sta conducendo una inchiesta, che scandaglia il periodo tra il 2018 e il 2020, volta a fare luce sulla serie di estorsioni, due danneggiamenti seguiti da incendio ai mezzi di trasporto, che si sono consumati nel distretto laniero.
Tutto risalirebbe alla guerra tra bande per l'imposizione delle grucce alle ditte, un mercato che vale milioni di euro. Infatti, se fra il 2016 e il 2017 il settore aveva introiti di circa 38 milioni, oggi si stima che la produzione ne abbia circa 100, di cui la maggior parte a nero. Una concorrenza, spesso spietata, che poi sfocia in atti di violenza e che sottolinea, semmai ce ne fosse bisogno quella che il il procuratore Tescaroli ha definito "una realtà estremamente complessa, crocevia di flussi migratori affaristi e criminali".
Quella di Prato, infatti, è una città complessa con 15mila cinesi “sommersi”, quelli senza permesso di soggiorno.
Gli invisibili per lo Stato e coloro che spesso sono sfruttati come ci racconta la cronaca,, con i cittadini orientali che vengono pagati a 13 centesimi per ogni capo di abbigliamento confezionato, sette giorni su sette e lavorando 14 ore al giorno.
Un mondo parallelo stratificato dove ci sono mandanti, carnefici e vittime ridotte in fin di vita per accaparrarsi il mercato. Raid punitivi per primeggiare. E il rogo della mattina di oggi, domenica 16 febbraio, potrebbe essere l’ennesimo caso.