non è la prima volta

Prato, sequestrati telefoni e cocaina in carcere: l’allarme del SAPPE

Operazione della Polizia Penitenziaria nel reparto di media sicurezza della Dogaia: trovati quattro cellulari e cinque grammi di cocaina

Prato, sequestrati telefoni e cocaina in carcere: l’allarme del SAPPE
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Quattro telefoni cellulari e circa cinque grammi di cocaina sono stati sequestrati questa mattina durante una perquisizione nel reparto di media sicurezza della Casa Circondariale della Dogaia di Prato. A darne notizia è il sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), che ha voluto sottolineare la professionalità del personale coinvolto, ma anche lanciare un forte grido d’allarme sulla crescente infiltrazione di strumenti e sostanze illecite all’interno degli istituti penitenziari italiani.

Il sindacato: "Una realtà sempre più preoccupante"

"Si tratta di un intervento efficace che testimonia la professionalità degli agenti – ha dichiarato Francesco Oliviero, segretario SAPPE per la Toscana – ma che accende i riflettori su una realtà sempre più preoccupante: la presenza crescente di dispositivi e sostanze vietate nelle carceri".

Oliviero ha evidenziato come il sequestro confermi i gravi rischi quotidiani affrontati dal personale penitenziario, spesso costretto a lavorare con turni massacranti, organici ridotti e senza adeguato supporto.

"Serve un piano d’emergenza nazionale”

Il sindacato chiede a gran voce un piano d’emergenza nazionale per contrastare con decisione l’introduzione di droga e telefoni in carcere. Oliviero ha inoltre accolto con favore l’arrivo del nuovo Direttore e del nuovo Comandante del Reparto della Dogaia, definendoli “una vera iniezione di fiducia per tutto il personale”. Il SAPPE chiede anche un’accelerazione nella costituzione del Nucleo Cinofili per il Distretto Toscana/Umbria, ritenuto uno strumento chiave per rafforzare i controlli.

Capece (SAPPE): “Fenomeno in crescita in tutta Italia”

Anche Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha espresso piena soddisfazione per l’esito dell’operazione a Prato, inserendola in un quadro più ampio di emergenza nazionale: "Assistiamo a un fenomeno sempre più diffuso di tentativi di introduzione di droga e cellulari negli istituti penitenziari italiani. La Polizia Penitenziaria svolge un lavoro fondamentale, spesso in condizioni estreme, sia sotto il profilo della sicurezza che della rieducazione".

Dati allarmanti sulle dipendenze in carcere

Capece ha richiamato i dati della Relazione Annuale 2024 del Dipartimento per le Politiche Antidroga, che parlano chiaro: nel 2023, il 38% dei nuovi ingressi in carcere ha riguardato persone tossicodipendenti (15.492 su 40.661). Nella sola Lombardia e nella provincia di Bolzano, la percentuale supera il 50%. Più della metà dei detenuti tossicodipendenti è in carico ai servizi per uso primario di cocaina o crack.

“Urgente dotare gli agenti di strumenti tecnologici”

Capece ha infine ribadito la necessità di dotare la Polizia Penitenziaria di strumenti tecnologici adeguati per contrastare in modo efficace l’ingresso illecito di droga e telefoni. “Serve anche una formazione più approfondita, una maggiore omogeneità nelle procedure tra regioni e una migliore certificazione delle dipendenze all’interno degli istituti”.

Attenzione alta, ma servono risorse

Il SAPPE auspica che l’Amministrazione Penitenziaria mantenga alta l’attenzione sull’istituto pratese, affiancando alle recenti nomine dirigenziali ulteriori azioni concrete su organici e risorse. Solo così, conclude il sindacato, si potrà garantire sicurezza, dignità lavorativa e un sistema penitenziario all’altezza delle sfide attuali.

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