Prato, sfregiò Martina Mucci: non andrà in carcere

Minorenne all'epoca dei fatti, Gianluca Roselli ha collaborato ottenendo la messa alla prova. A giugno le prime verifiche

Prato, sfregiò Martina Mucci: non andrà in carcere
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Non passerà neppure un giorno in carcere, il giovane che sfregiò Martina Mucci. Gianluca Roselli - minorenne all'epoca dei fatti - ha collaborato, ottenendo la messa alla prova: se continuerà supererà le successive verifiche potrà addirittura veder estinto il reato che ha commesso.

La collaborazione con le forze dell'ordine

Adesso ha superato i 18 anni ed è stato ammesso all'istituto giuridico che consente all'imputato di evitare un processo penale e la condanna attraverso lo svolgimento di un periodo in cui deve rispettare determinate prescrizioni e compiere azioni di pubblica utilità. A fruttargli un trattamento molto più mite il fatto che collaborò con la Questura ammettendo il pestaggio e tirando in ballo gli altri tre responsabili dell'atto punitivo di cui la giovane porta ancora i segni sul volto. "Sono stanca, i processi sono stati un'esperienza molto dura e preferisco non commentare per ora", aveva detto Martina dopo la sentenza".

Carcere per gli altri condannati

Sentenza differente i 4 imputati: i Emiliano Laurini - l'ex fidanzato, il mandante spinto dal fatto che non aveva accettato la fine della relazione -  è stato condannato con rito abbreviato a 9 anni di reclusione per i reati di sfregio, lesioni gravi, maltrattamenti in famiglia.

Pene più miti erano state disposte per Mattia Schininnà e Kevin Mingoia. Il primo a 4 anni per aver fatto da tramite fra il mandante e i picchiatori, che avrebbero accettato il "lavoro" in cambio di poche centinaia di euro. Il secondo a 6 anni e 8 mesi per aver partecipato fisicamente alla spedizione, assieme appunto a Roselli, che si trova attualmente in comunità. Frequentavano tutti la stessa palestra a Scandicci, in provincia di Firenze.

 

Spera in uno sconto anche il mandante

 

Laurini, residente a Scandicci come gli altri tre giovani coinvolti nella vicenda aveva affidato l'incarico - che non voleva svolgere in prima persona - a frequentatori delle palestre fiorentine, gente pronta a tutto per poche centinaia di euro. Intorno agli 800 quelli pagati per far picchiare Martina. Ex puglie e buttafuori, ora il mandante aspetta una sentenza della Corte Costituzionale chiamata a decidere sulla congruità della pena per lo sfregio permanente provocato alla giovane pratese. Punta a uno sconto di pena nel processo d'appello che sarà celebrato a Firenze con inizio fissato per il 29 settembre.

 

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