La crisi ha toccato anche Burberry, che ha annunciato licenziamenti collettivi; immediata la reazione dei lavoratori, che oggi (lunedì 6 ottobre) si sono riuniti in via Tornabuoni a Firenze per uno sciopero e presidio sindacale.
Lo sciopero promosso dalla Filcams Cgil di Firenze è stato indetto per “denunciare l’ingiustizia di una procedura che prevede 39 esuberi in Italia (su poco più di 300 dipendenti), con ricadute pesanti (circa 10 dei 39 esuberi nazionali) anche sui punti di Leccio (The Mall) e Scandicci.
Le motivazioni addotte dall’azienda parlano di riorganizzazione interna per contrastare la crisi del lusso, ma la realtà dei conti è un’altra: Burberry è un’azienda in positivo e non può utilizzare il rallentamento delle vendite come pretesto per tagliare personale e ridurre costi solo a scapito dei lavoratori”.
“I licenziamenti non sono né giustificati né necessari”, ha dichiarato la Filcams Cgil. “Il sindacato ha richiesto più volte di ricorrere agli ammortizzatori sociali previsti dalla legge italiana, per affrontare le difficoltà del settore senza sacrificare posti di lavoro. Ma l’azienda ha scelto di rifiutare ogni proposta, mostrando chiusura e disinteresse verso le tutele garantite dallo Stato e verso la dignità dei propri dipendenti”.