le indagini partono da lontano

Siena, colpo alla ‘ndrangheta: sequestrati beni per oltre 600mila euro a imprenditore vicino ai clan

Sequestrati villa, terreni, B&B e conti correnti a un imprenditore radicato nel senese. Accertata una sproporzione patrimoniale di circa 800mila euro

Siena, colpo alla ‘ndrangheta: sequestrati beni per oltre 600mila euro a imprenditore vicino ai clan
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Un patrimonio da oltre 600.000 euro è stato sequestrato tra Siena, Sovicille e Monteroni d’Arbia a un imprenditore sospettato di essere contiguo alla cosca ‘ndranghetista Tegano-De Stefano di Reggio Calabria.

Il provvedimento è stato eseguito dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

Sequestri milionari: ville, terreni e conti correnti

Il sequestro ha riguardato una villa con relative pertinenze, due appezzamenti di terreno, un locale adibito ad autorimessa, un B&B/affittacamere, oltre a conti correnti e disponibilità finanziarie.

Beni intestati ai familiari del "proposto" ma, secondo gli inquirenti, riconducibili direttamente al soggetto. L'intero patrimonio sarà ora gestito da un Amministratore Giudiziario.

L’ombra della ‘ndrangheta dietro l’attività imprenditoriale

L’imprenditore, residente da anni in provincia di Siena, era già noto alle forze dell’ordine. Nel 2003 era stato destinatario di un provvedimento interdittivo antimafia e successivamente coinvolto nei procedimenti “Archi-Astrea” e “Ghota”, due maxi-inchieste contro la ‘ndrangheta reggina.

Secondo quanto emerso, avrebbe agito come "prestanome" della cosca Tegano-De Stefano, nascondendo attraverso fittizie intestazioni societarie l’effettivo controllo di attività nei settori edile, costruzioni e servizi.

Un patrimonio sproporzionato rispetto ai redditi

Le indagini economico-patrimoniali, condotte ai sensi del Codice Antimafia, hanno permesso di ricostruire un’anomala crescita patrimoniale: circa 800.000 euro accumulati in trent’anni, a fronte di redditi dichiarati non compatibili.

Il Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione ha evidenziato come tale sproporzione sia verosimilmente frutto di proventi illeciti derivanti dalla sua messa a disposizione della criminalità organizzata.

La lotta alle mafie passa per i patrimoni

L'operazione testimonia la crescente attenzione delle forze dell’ordine nel colpire i patrimoni mafiosi, togliendo risorse vitali alle consorterie criminali e difendendo il mercato dalla contaminazione mafiosa.

L’adozione della misura di sequestro patrimoniale, comunque, lascia impregiudicato il principio di non colpevolezza, in attesa della definitiva valutazione giudiziaria.

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