Strage di Suviana, cinque indagati per l’esplosione nella centrale: svolta nelle indagini a 13 mesi dal disastro
La tragedia è costata la vita a sette operai. Per la Procura si indaga su responsabilità tecniche e gestionali

A oltre un anno dalla tragica esplosione nella centrale idroelettrica di Bargi, sul lago di Suviana, la Procura di Bologna ha iscritto cinque persone nel registro degli indagati. L'incidente, avvenuto il 9 aprile 2024, causò la morte di sette lavoratori e il ferimento di altri sei.
Le indagini, inizialmente aperte contro ignoti, ora ipotizzano i reati di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose sul lavoro.
L'esplosione si verificò durante un collaudo a circa 60 metri di profondità, al piano -9 dell'impianto.
Secondo le ricostruzioni, un alternatore di circa 150 tonnellate, in funzione a 370 giri al minuto, avrebbe subito uno sbilanciamento, generando vibrazioni anomale.
Una scintilla avrebbe poi innescato l'esplosione, seguita da un incendio e dall'allagamento dei piani inferiori .
Le vittime
Le sette vittime dell'incidente erano: Adriano Scandellari, 57 anni, di Ponte San Nicolò (Padova); Paolo Casiraghi, 59 anni, di Milano; Alessandro D’Andrea, 37 anni, di Forcoli (Pisa); Vincenzo Garzillo, 68 anni, di Napoli; Pavel Petronel Tanase, 45 anni, romeno residente nel Torinese; Mario Pisani, 64 anni, di Taranto; Vincenzo Franchina, 35 anni, di Messina.
Tra i feriti, alcuni riportarono gravi ustioni e traumi, con prognosi riservate .
L'inchiesta in corso
La Procura ha disposto accertamenti tecnici irripetibili, tra cui immersioni per recuperare componenti elettronici e analizzare le "scatole nere" dell'impianto.
Attualmente, la centrale è accessibile fino al piano -5; per proseguire le indagini sarà necessario svuotare i piani inferiori, operazione che richiederà indicazioni precise da parte dei consulenti tecnici.