Turismo: il dramma del settore extra ricettivo a Firenze
La storia di Apartments Florence: “Calo del 95% e 20 lavoratori a casa. Abbiamo spostato il business su compravendite e affitti medio-lunghi”

Turismo, il dramma del settore extra ricettivo a Firenze: “Fatturato a picco e aziende dell’indotto fallite”.
Turismo: il dramma del settore a Firenze
Sono 20 le persone a casa in cassa integrazione, aziende dell’indotto ferme, di cui una già fallita, e fatturato che cala a picco, “ad ora siamo a meno 95%”. E’ il bilancio della pandemia per Apartments Florence, storica agenzia fiorentina specializzata in affitti turistici e medio-lunghi aderente a Property Managers, l’associazione nazionale di categoria del turismo residenziale che rappresenta più di 600 aziende italiane e oltre 50mila alloggi su unità immobiliari.
Apartments Florence
Apartments Florence gestisce 500 appartamenti su Firenze e fattura 2 milioni l’anno.
“Di solito affittiamo soprattutto a stranieri, ma non solo turisti - spiega Lorenzo Fagnoni, titolare dell’agenzia insieme a Niccolò Degli Alessandri - Da noi si rivolgono anche professionisti e chi viene in città per lavoro, congressi, salute e non solo per svago. Una grossa fetta di economia della città che si è volatilizzata e che chissà quando tornerà”.
“Per fortuna abbiamo un’azienda sana e ci siamo potuti permettere di anticipare la cassa integrazione ai nostri collaboratori, altrimenti li lasciavamo senza alcuna entrata, ma vediamo che tanti intorno a noi stanno cadendo uno a uno”. Con Apartments Florence collaboravano 3 ditte di pulizie - “tutte ferme, una è già fallita” - e tantissimi fornitori anche loro in difficoltà. “Abbiamo fatto due conti: così possiamo resistere altri 10 mesi. Qualcosa, ma poco, si sta muovendo. Ad oggi contiamo tre prenotazioni, di cui una da stranieri, ma solo perché i prezzi sono stati notevolmente abbassati mettendo a rischio il guadagno. Per fortuna già da qualche tempo avevamo intuito che il trend era cambiato e abbiamo spostato una grossa fetta di business su affitto medio-lunghi e compravendite, questo ci permette di guardare all’orizzonte con fiducia nonostante intorno a noi ci siano brutti venti di tempesta.”
I segnali positivi non bastano
Il fronte delle compravendite registra qualche segnale positivo, anche se manca quella grossa parte di lavoro “che muove una importante fetta dell’economia della città, inutile negarlo. Sono visitatori che si fermano per tempi anche lunghi, da un mese fino a un anno. Persone che non consumano la città, ma la arricchiscono, andando a mangiare fuori, comprando nelle botteghe, girando la regione e fermandosi in altre strutture ricettive. Ma non solo, consideriamo anche la prossimità. Se i miei lavoratori sono a casa, non lavora nemmeno il bar sotto l’ufficio per la pausa pranzo. Moltiplichiamo poi per tutte le agenzie come la mia o per tutte le aziende ancora ferme”.
I dati
Tutte le società rappresentate da Property Managers Italia operano in piena regola, versando tasse, contributi, imposta di soggiorno e ritenuta per le locazioni turistiche e chiedono al governo, per voce del suo presidente Stefano Bettanin «di sostenere chi ha scelto di operare in questo mercato in maniera trasparente, pienamente legale e strutturate». Secondo uno studio dell'Università Bocconi, nel mercato solo il 23% della spesa turistica è destinato all'alloggio: il resto è destinato a ristoranti, negozi, musei, noleggio auto. Se un alloggio rende in media 18mila euro all'anno (dati Airbnb), l'indotto che ricade sul territorio è quindi mediamente di 60mila euro per alloggio, per un totale di 3 miliardi di euro.