Allarme dazi: “Impatto da 20 milioni sul Made in Tuscany”
"Siamo di fronte ad uno choc economico globale il cui riflesso è sconosciuto a tutti”

I dazi costano già al made in Tuscany 20 milioni di euro.
Lo afferma Coldiretti Toscana spiegando che "è l'urto seduta stante della guerra commerciale intrapresa dagli Stati Uniti", "l'introduzione, a partire da ieri, mercoledì 9 aprile, di una tariffa aggiuntiva del 20% sulle importazioni di vino, olio, formaggi, salumi e prodotti alimentari, è destinata a ripercuotersi con effetto istantaneo sulle vendite considerando l'aumento dei prezzi per il consumatore".
Un contraccolpo che potrebbe portare ad un calo del valore aggiunto dello 0,5% sui prodotti alimentari e bevande già pronti per gli scaffali e dello 0,2% sui prodotti di agricoltura, caccia e selvicoltura.
Coldiretti Toscana fa la stima sui dati elaborati da Irpet.
Il settore alimentare e agricolo sarebbe tra i più penalizzati nell'immediato dall'aggressiva politica protezionistica della nuova amministrazione Usa "esposta" verso quel particolare mercato per oltre 1 miliardo di euro (1.089 per la precisione).
Uno sbocco commerciale "ritenuto insostituibile dalle filiere agricole regionali, in particolare dalle aziende produttrici di vino e olio che difficilmente riuscirebbero a sostituirlo in tempi brevi". Coldiretti Toscana chiede diplomazia e risorse.
"Stiamo affrontando un problema europeo e servono diplomazia e risorse europee. La logica del contro-dazio rischierebbe di peggiorare una situazione già delicata - spiega Letizia Cesani presidente di Coldiretti Toscana -. Ci stiamo dirigendo verso un territorio inesplorato poiché non c'è alcun precedente nella storia. Siamo di fronte ad uno choc economico globale il cui riflesso è sconosciuto a tutti.
Crediamo però che sarà, per il nostro made in Tuscany, un nuovo termometro per misurare la sua resilienza e la sua importanza nella dieta degli americani".
Per mitigare i danni per Coldiretti serve potenziare i fondi per l'internazionalizzazione, valorizzare i prodotti autentici contro l'Italian sounding e sostenere accordi commerciali internazionali con reciprocità contro la concorrenza sleale.