Dazi Usa, Pil toscano in perdita dello 0,9 per cento. Economia a rischio
Resta alta l'attenzione da parte delle associazioni di categoria che chiedono l'intervento immediato delle istituzioni

Pil toscano in predita dello 0,9 per cento. Sarebbe questo l’effetto diretto dei dazi americani stimato dall’Istituto di programmazione economica regionale (Irpet) e rilevabile nel Documento di economia e finanza 2026 (DEFR).
Vista l’imminente fine della legislatura, il DEFR 2026 non contiene grandi novità, ha un carattere prevalentemente tecnico e di adempimento, è stato spiegato stamani, martedì 15 luglio, in commissione Bilancio del Consiglio regionale, guidata da Giacomo Bugliani (Pd).
Le rilevazioni di Irpet, tuttavia, si basano su proiezioni attuali e rientrano, come di consueto per il DEFR, nel primo capitolo dedicato alle previsioni economiche. L’impatto che potrebbero avere i dazi, solo stimati visto il perdurare dell’incertezza sulla percentuale che il presidente Trump potrebbe applicare, avrà riflessi anche su scala nazionale e mondiale: la crescita economica è in riduzione, segnala sempre Irpet, e si passa dal 3,3 al 2,9 per cento.
Viene inoltre segnalata, senza peraltro sorpresa, una instabilità, superiore rispetto agli scorsi anni, del sistema economico internazionale.
Le dinamiche endogene del sistema regionale risultano stabili e stabile appare anche il mercato del lavoro anche se con piccoli segnali di peggioramento per effetto di un aumento del ricorso alla cassa integrazione e per licenziamenti nel settore moda.
Rallentano gli investimenti e l’export in generale
Le entrate tributarie, rispetto al 2024, sono stabili e si registra, a bilancio, una riduzione dei trasferimenti a partire dal 2026 (più accentuato nel 2027) per effetto della progressiva riduzione degli stanziamenti derivanti dal Piano nazionale di ripersa e resilienza (PNRR) e dal Piano nazionale complementare (PNC).
La prossima Manovra regionale si muove in continuità con gli esercizi precedenti ed è confermato un ricorso moderato all’indebitamento. La consistenza del debito è sostanzialmente stabile: nel 2024, sul 2023, è diminuita di 25milioni. Il totale ammonta a circa 2miliardi circa.
Nelle 29 schede progetti che compongono il DEFR 2026 non ci sono novità. La spesa complessiva stimata per le priorità programmatiche per il triennio 2026-2028 ammontano a 5milairdi 695milioni, il 41 per cento del totale concentrato nell’anno 2026.
Il DEFR 2026 si inserisce, infine, in un quadro normativo in evoluzione e in cambiamento dovuto alla riforma della governance europea del sistema di programmazione. Siamo, hanno rilevato gli uffici della Giunta, in una fase transitoria, ossia in attesa della normativa statale sul sistema della contabilità pubblica.
Il Governo ha inviato alle Camere non il consueto Documento di economia e finanza (DEF) ma il Documento di finanza pubblica (DFP). In sostanza il DFP del primo semestre è privo dello scenario programmatico, ci sono delle previsioni ma solo a legislazione vigente mentre il DEF conteneva anticipazioni in base allo scenario programmatico. In termini partici, e a dirlo sono ancora gli uffici regionali, non cambia molto perché sono comunque a disposizione le stime statali e di Irpet su Pil, debito e finanza pubblica anche se a legislazione vigente.