Una tornata elettorale in continuità, senza grosse sorprese. Potremmo sintezizzare in questo modo l’esito delle elezioni regionali in Toscana, fotografata dall’analisi dell’istituto Cattaneo così: “In Toscana, il nuovo centrosinistra (esteso al M5S) partiva in largo vantaggio. In tutta la storia repubblicana, solo nel 2020, la regione era sembrata contendibile. Ma le regionali del 2020, le politiche del 2022 e le europee del 2024 hanno registrato, tutte e tre, un distacco di almeno sette punti percentuali tra CS e CD, anche senza contare il possibile apporto del M5S. In tutte e tre le tornate elettorali il CD aveva ottenuto circa il 40% dei voti, l’aggregato del “campo largo” (CS + M5S) sempre circa il 55%. I risultati delle regionali del 2025 si sono rivelati in perfetta continuità con questo equilibrio”.
Intanto nel centrodestra è il momento delle riflessioni. A far rumore è il risultato deludente della Lega. Ma nel Carroccio toscano c’è chi si consola con il risultato personale, come il candidato Silvio Pittori il quale – in una circoscrizione storicamente non favorevole – ha raccolto “Oltre 1.400 preferenze e 14,6% a Figline, a fronte di una media regionale del 4,4%” afferma Pittori, il quale ringrazia Susanna Ceccardi e Silvia Sardoni per il sostegno.
Bicchiere mezzo pieno in casa Forza Italia, che raddoppia la propria rappresentanza al Consiglio regionale della Toscana, passando da uno a due consiglieri (oltre a Stlla c’è il ritorno di Ferri). Il segretario regionale Stella, numeri alla mano, parla di un balzo significativi: “in termini percentuali, passa dal 4,2% al 6,2%, con una crescita del 50% rispetto alle elezioni regionali del 2020. Mentre in termini di voti assoluti, Forza Italia ha preso 11.000 voti in più rispetto a cinque anni fa, nonostante il calo dell’affluenza”.
Esultano da Toscana Rossa, formazione beffata dalla legge elettorale che impone la soglia di sbarramento al 5% per le liste singole (in coalizione basta il 3%): una soglia superata dalla candidata presidente, Antonella Bundu, ma non dalla lista collegata che si è fermata a 4,6%. Potrebbe essere effetto del voto disgiunto o, più probabilmente, di una dimenticanza dell’elettorato che avrebbe barrato solo il nome della candidata e non la lista. Ma i vertici del movimento annunciano ricorso per un riconteggio.