Nata tra grandi aspettative e una partecipazione al voto che sfiorava la perfezione, la Regione Toscana – che nel 2020 ha compiuto i suoi primi cinquant’anni – ha visto l‘entusiasmo popolare misurarsi con la crescente disaffezione delle urne.
I numeri raccontano una storia di amore e disincanto nei confronti della politica regionale, con un picco di crisi toccato solo un decennio fa.
Dalle piazze Piene al minimo storico
Quando la Regione nacque nel 1970, l’atto stesso del voto era un evento civico irrinunciabile. La prima tornata elettorale registrò un’affluenza “stellare”: il 95,9% dei toscani si recò alle urne. Un dato replicato quasi perfettamente nel 1975 (95,7%), anno in cui votarono per la prima volta i diciottenni. Allora, i risultati si aspettavano in piazza e l’approvazione del primo Statuto vide una folla radunarsi fuori dal Consiglio regionale.
Questa era la “Toscana forte” dell’affluenza, una regione che per decenni si è distinta per una partecipazione elettorale superiore alla media nazionale.
La discesa, tuttavia, fu inesorabile:
1990: La prima rottura. L’affluenza scende per la prima volta sotto la soglia del 90%, fermandosi all’89,63%.
2005: L’elezione diretta non basta. L’introduzione del voto diretto per il Presidente della Giunta non riesce a invertire il trend. L’affluenza cala ancora al 71,4%.
Il giorno della crisi: 2015
Il vero “anno zero” della partecipazione in Toscana è il 2015. In quell’elezione, l’affluenza arretra drammaticamente, scendendo per la prima volta sotto la metà degli aventi diritto: 48,28 per cento.
Un dato che non solo rappresenta il minimo storico assoluto per la regione, ma che risultò lievemente peggiore anche rispetto alle altre sei regioni chiamate al voto nello stesso giorno. In cinquant’anni, la partecipazione elettorale in Toscana si era praticamente dimezzata rispetto agli albori. La crisi sembrava aver prevalso sul senso civico.
La sorpresa del 2020: il rimbalzo
Dopo il punto di massimo disinteresse, le ultime elezioni regionali del 2020 hanno segnato una netta inversione di tendenza. L’affluenza è balzata a un incoraggiante 62,6 per cento.
Un recupero significativo, pari a circa 14 punti percentuali in più rispetto al 2015, che dimostra come la spinta verso una maggiore partecipazione, storica peculiarità toscana, non sia del tutto sopita.
La Toscana resta un laboratorio politico interessante. Dopo aver votato per ben undici volte per eleggere il Consiglio regionale (e dal 2005 direttamente il Presidente), l’appuntamento elettorale continua a essere un termometro cruciale per misurare la fiducia dei cittadini nella propria autonomia locale.