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Ma un pezzo del governo teme l’effetto boomerang
La premier Giorgia Meloni "non ha ancora affrontato il tema con i suoi collaboratori", ma sarebbe orientata a seguire la scia tracciata dal suo partito, per cui "la legge va assolutamente impugnata".
"Non è competenza delle Regioni legiferare a riguardo", è venuto allo scoperto il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti di FdI. "Da 6 anni — ha aggiunto — il Parlamento non ha inteso legiferare, con maggioranze diverse da quella attuale. Se oggi la Regione Toscana a guida Pd sente di dover entrare, secondo me al di fuori della normativa vigente, con un suo provvedimento di legge, questa è una sconfessione dell’inerzia del Pd".
A dire il vero, a chiamare in causa Camera e Senato (oltre alla Consulta), è la stessa legge approvata martedì a Firenze: un emendamento di Enrico Sostegni (Pd), approvato in aula prima della votazione finale, chiedeva proprio questo impegno. Un pensiero che non è lontano dal ragionamento del portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale, Marco Landi (Lega), che pur sulla sponda opposta — dopo aver votato no alla legge sul fine vita — dice che "ora c’è da sperare che il Parlamento legiferi facendo decadere questa norma, e lo faccia non prendendo ad esempio il caso toscano ma fissando paletti ben precisi, e soprattutto potenziando tutti gli strumenti, a partire dalle cure palliative che vedono la Toscana ancora indietro, per garantire ai malati terminali di concludere il tragitto terreno con dignità e senza sofferenze insostenibili".
Il sindaco di Pistoia Tomasi ha completato il pensiero, auspicando che "il Parlamento si esprima trasversalmente su una legge tramite il voto segreto, che aiuterebbe a liberarsi dai condizionamenti e dai ricatti impliciti dei partiti".
"Si possono fare tutte le leggi del mondo, ma togliersi la vita ed aiutare qualcuno a togliersela non sarà mai una cosa buona", ha detto ieri, mercoledì 12 febbraio, il vescovo di Pistoia e Pescia, Fausto Tardelli. Da subito accanto alla Cei e alle associazioni Pro Vita si è schierato il presidente dei senatori forzisti Maurizio Gasparri, che ha parlato di "norma disumana". Suscitando la replica del presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo: "Disumano è il voler continuare a ignorare la sofferenza di tante persone e di tanti cittadini".