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Fiorentina, Palladino: "Vivo per la squadra il 99% della mia giornata"

"C'è rammarico per i punti persi. A Firenze ho imparato tanto"

Fiorentina, Palladino: "Vivo per la squadra il 99% della mia giornata"
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Il tecnico della Fiorentina Raffaele Palladino ha rilasciato un'intervista al Corriere Fiorentino. Ecco un estratto delle parole dell’allenatore viola:

“Contro la Juventus è stata una partita perfetta sotto tutti i punti di vista. Perché siamo stati sempre in controllo. Una prova di maturità della squadra.

È vero che in questa stagione noi siamo stati un po’ altalenanti, direi estremi, da otto vittorie di fila a momenti no. Però io credo che un gruppo se non è solido e forte non viene fuori da situazioni di estrema difficoltà.

Soprattutto penso che l’episodio di Bove avrebbe potuto segnare la nostra stagione. Invece i ragazzi hanno reagito alla grande, sono venuti fuori. Ci siamo rialzati tante volte.

Bove? Un fratellino, mi confronto tanto con lui. Non ho mai pensato che possa smettere di giocare ma se dovesse essere così lui sa che nel mio staff ci sarà sempre un posto per lui".

Il finale di stagione?

"Ora viene il bello, dobbiamo giocare tutte le partite come fossero finali e poi vedremo alla fine se la classifica sarà giusta o no.

Un po’ di rammarico per i punti persi naturalmente c’è, ma alti e bassi ci stanno e io stesso ho imparato tanto in questi mesi a Firenze".

Il calcio italiano sta tornando ad essere più pratico?

"Ormai non c’è tempo per gli allenatori di lavorare e quindi si pensa molto al sodo. Io però penso che il bel gioco sia sempre utile a raggiungere i risultati, ma bel gioco non significa per me solo possesso palla”.

Sente di essere cresciuto in questi mesi a Firenze?

"Moltissimo. Tante difficoltà, tanta crescita, tanto lavoro. Io vivo per la Fiorentina il 99% della mia giornata. Sapete che ce la metto tutta, col cuore, col corpo, con l’anima, per cercare di portare più risultati possibili, perché questo lavoro mi piace tantissimo.

Ho conosciuto un altro sistema di gioco, oltre il 3-4-3, con il 4-2-3-1. Adesso abbiamo messo in piedi il 3-5-2, quindi ho fatto delle nuove esercitazioni e cambiato la gestione del gruppo.

Tutte cose che a Monza non avevo vissuto. Per me questa stagione è una scuola fondamentale".

Tra queste c’è anche il doversi confrontare con le critiche di un popolo passionale come quello fiorentino. Sta riuscendo a viverlo un po’?

"In questi mesi sono stato molto al Viola Park, ma la promessa è che cercherò di stare di più in città ora che mi sono trasferito in centro.

In questa settimana dopo la Juventus non sono riuscito a girare per Firenze senza che qualcuno mi fermasse per offrimi la colazione, altri la cena, gente che voleva fare le foto per strada.

Questo fa capire lo spirito del tifoso e quanto amore ci mette per questa maglia. Alcune delle critiche che ho ricevuto sono state giuste, d’altronde in alcuni momenti non abbiamo ottenuto risultati e il gioco faceva fatica ad arrivare.

Cerco di prendere le critiche con leggerezza. Non mi piace solo quando vengono dette falsità, quando si parla male del gruppo e si dice che non è con l’allenatore. Tutte cose non vere. Questo mi ha dato fastidio".

Allenatori che prende ad ispirazione per la sua carriera?

"Ho cercato di prendere il meglio da tutti. Da Gasperini certo, ma anche da Lippi e Ranieri per la gestione del gruppo. Ho avuto anche Deschamps, un grandissimo tecnico.

Adesso studio Xabi Alonso, guardo tutte le sue partite. Poi Spalletti per me è sempre un genio, mette sempre cose nuove nel calcio".

Infine una battuta su Moise Kean, grande protagonista anche in Nazionale:

"Moise era un mio pallino da due anni, l’attaccante ideale, e grazie al presidente Commisso e ai dirigenti siamo riusciti a portarlo a Firenze.

È un ragazzo maturo e molto ambizioso, a differenza di quello che si diceva di lui. Qui ha trovato un ambiente che l’ha amato da subito. E lui, che tra le sue qualità ha un cuore grande, è riconoscente a questa maglia".

 

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