Sarà la città di Prato ad aprire le porte alla nuova edizione "Toscana Pride". Ad annunciarlo è il Comitato organizzatore della manifestazione dell'orgoglio LGBTQIA+* che dal 2016 ad oggi, ha portato in piazza 150mila persone.
La città laniera, simbolo di multiculturalità
La scelta di Prato non è un caso. Simbolo della multiculturalità, dicono dal Comitato, dove "convivono comunità diverse". Da qui, l'obiettivo di "celebrare la potenza delle tante identità che compongono l’universo arcobaleno, l’accoglienza come pratica politica e la bellezza della diversità dei corpi".
Lalique Chouette, PH Federico Lotti
Una diversità che quest’anno irrompe nello spazio pubblico – mai come una minaccia e sempre come una ricchezza – attraverso il volto della nuova portavoce politica: Lalique Chouette.
Il "Toscana Pride" celebra così l’arte queer, che ha scosso e trasformato il mondo - il drag - riconoscendone il potere rivoluzionario che si esprime anche nelle altre forme di artivismo.
"Chiediamo di scendere in piazza"
"In tutto il mondo soffiano venti di odio - ha dichiarato Lalique Chouette - Le persone LGBTQIA+* sono in pericolo anche nei Paesi che hanno fatto della libertà e della democrazia la propria bandiera. La nostra comunità ha paura, non è più al sicuro nemmeno nelle proprie case".
E poi ancora:
"Assistiamo ad una escalation di violenza che colpisce in primis le persone transgender, cancellate e private anche del diritto fondamentale all’identità - sottolinea Lalique Chouette -
Ma ad essere sotto attacco sono anche le coppie omogenitoriali costrette a lunghe battaglie nei tribunali per essere riconosciute come famiglie e tutte le persone che non accettano di nascondersi e vivono sé stesse alla luce del sole. Di fronte a tutto ciò, la società civile deve reagire, non può e non deve restare indifferente.
Lalique Chouette, PH Federico Lotti
Le parole di solidarietà non bastano più, chiediamo a tutte le persone di scendere in piazza insieme a noi, per denunciare il silenzio complice del Governo e pretendere che non si prendano decisioni sui nostri corpi senza di noi.
A chi vorrebbe spaccare la nostra comunità, distinguendo tra istanze di serie A e di serie B, diciamo che non siamo disposte a lasciare indietro nessunə. Perché i diritti sono diritti solo se riconosciuti a tutte le persone, altrimenti restano privilegi".