Morti tra i vigili del fuoco, parte lo screening
I familiari delle vittime ricevuti in caserma

Partirà a breve uno screening sulla eventuale presenza di sostanze pericolose nel sangue del personale disponibile a sottoporsi ad analisi; è il risultato del protocollo di intesa tra l'Università di Bologna e i vigili del fuoco dell’Emilia Romagna che coinvolgerà anche il comando di Arezzo; inoltre l’Agenzia regionale per la protezione ambientale realizzerà rilievi ambientali nell’acqua e nell’aria all’interno delle caserme di Arezzo. Ad annunciarlo il comandante aretino dei vigili del fuoco, Fabrizio Baglioni che ha parlato ai media dopo l’incontro con i familiari dei tre vigili del fuoco morti per glioblastoma.
Le vittime
Mario Marraghini, Maurizio Ponti e Antonio Ralli sono stati uccisi dal tumore tra l'ottobre del 2022 e il dicembre del 2023. Una coincidenza inquietante che è diventata un caso di rilievo nazionale; i tre pompieri, che lavoravano ad Arezzo, sono morti uno dopo l’altro. Lo stesso è accaduto a Mario Parlascino, di Spoleto, e che per alcuni anni è rimasto in servizio nella caserma aretina. I familiari delle vittime chiedono che sia fatta chiarezza.
Sostanze pericolose nel mirino
Nel mirino degli accertamenti ci sono le sostanze perfluorate o polifluorurate, particelle che si annidano nell’umido e la cui presenza in eccesso è cancerogena. L’ipotesi che le famiglie mettono sul tavolo è una possibile correlazione tra l’esposizione a queste sostanze nei dispositivi di protezione individuali.
"Un caso che riguarda tutta l'Italia"
"Crediamo che quanto sta emergendo sia qualcosa che riguarda tutta l’Italia, circoscriverlo ad Arezzo sarebbe un errore. Già il fatto che lo studio verrà fatto in Emilia-Romagna ci dà speranza", queste le aprole dei parenti dei tre vigili del fuoco dopo l’incontro con il comandante. L’incontro "è stata la risposta favorevole ai parenti dei colleghi che non ci sono più. Per me è oltre che un dovere anche un piacere ascoltare le loro emozioni e volontà", ha detto il comandante Baglioni.
"Misure opportune per evitare sostanze pericolose"
L’Amministrazione, spiega, "ha subito recepito la problematica e ha manifestato la volontà di poter capire e comprendere le motivazioni delle dolorose morti, ed eventualmente prendere le misure opportune per chi fa questo lavoro". E aggiunge: "Già da anni l’amministrazione aveva preso misure per evitare l’uso di quei liquidi che contenessero sostanze potenzialmente pericolose. Le particelle Pfas non sono più contenute nei liquidi schiumogeni dei vigili del fuoco, a eccezione degli aeroporti che noi non abbiamo".