Torna a salire la tensione a Vicofaro, il quartiere di Pistoia che da anni ospita una controversa esperienza di accoglienza per migranti guidata da don Massimo Biancalani.
I residenti, esasperati, hanno inviato una lettera accorata al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi denunciando degrado, violenze e problemi igienico-sanitari. Al centro delle accuse, oltre alla gestione della parrocchia, c’è anche il mancato rispetto degli accordi che avrebbero dovuto alleggerire la pressione sulla zona.
Nonostante l’intesa raggiunta a febbraio tra ministero, prefettura, diocesi e amministrazione comunale, secondo il comitato dei cittadini i trasferimenti promessi non sono stati realizzati o sarebbero stati bloccati.
“Gli arrivi proseguono senza controlli”, si legge nella lettera, che descrive una quotidianità fatta di “risse, minacce, sporcizia” e segnala allarmi sanitari come casi di tubercolosi.
Alla denuncia ha replicato il vescovo di Pistoia, Fausto Tardelli, esprimendo rammarico per i toni ma ribadendo l’impegno della diocesi, che da marzo ha ricollocato 33 migranti e sta gestendo il trasferimento di altri 15 nel sistema Sai.
La parrocchia di Vicofaro resta comunque sovraffollata, con circa 120-130 migranti presenti ogni notte.
Il vescovo ha sottolineato inoltre la difficoltà di gestire una popolazione fragile, spesso con problemi psichiatrici o di dipendenze, che richiederebbe interventi specialistici. Sono in corso nuovi allestimenti per l’accoglienza e screening sanitari, ma il percorso appare ancora lungo.
Nel quartiere, intanto, cresce la paura. Alcuni gravi episodi di cronaca, come una presunta molestia sessuale e un accoltellamento a febbraio, hanno acuito il senso di insicurezza.
La percezione, tra i residenti, è che la situazione sia peggiorata, e da qui il nuovo appello alle istituzioni affinché intervengano con urgenza.