La fotografia di Coldiretti

In Toscana spariti 50% alberi da frutto in 10 anni

Parassiti esotici, concorrenza sleale, carenza addetti

In Toscana spariti 50% alberi da frutto in 10 anni
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La Toscana rischia di restare senza frutta per concorrenza sleale, clima, costi di produzione, mancanza di manodopera ma anche perché in poco più di un decennio "è sparito un albero da frutto su due in tutte le principali produzioni: mela (-27%) pesca (-56%), pera (-35%) albicocca (-38%), ciliegia (-57%), pesca noce 'nettarina' (-27%), susine (-21,6%), fico (-55%), quest'ultimo aggredito dal parassita detto 'punteruolo nero'.

A fotografare la crisi è Coldiretti Toscana sulla base dei dati Istat diffusa in occasione di Macfrut di Rimini.

"L'aumento dei costi di produzione, i cambiamenti climatici, la concorrenza sleale internazionale, le pratiche sleali, l'arrivo di nuovi parassiti che colpiscono le piante come la cimice asiatica o la Drosophila Suzuki e la difficoltà di reperire manodopera - spiega la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani - sono l'insieme delle componenti che rendono la coltivazione di frutta non sempre remunerativa.

A soffrire di più sono le piccole aziende agricole che hanno meno risorse per affrontare i costi e limitati sbocchi commerciali".

"In questo contesto già fragile - prosegue -, diventa sempre più complicato competere quando dalla Tunisia, dal Cile, dal Sud Africa ma anche da paesi Ue, arrivano prodotti a prezzi stracciati, molto inferiori a quelli dei frutticoltori nostrani, ottenuti però con l'utilizzo massiccio di fitofarmaci, manodopera sfruttata e sottopagata e regole sulla sicurezza alimentare spesso inesistenti. Ragioni per cui, secondo Coldiretti Toscana, è urgente ristabilire regole di mercato eque e trasparenti".


"Il problema riguarda anche i consumi - conclude - Negli ultimi cinque anni è sparito dalle tavole delle famiglie italiane quasi un miliardo di chili di frutta e verdura mettendo a rischio la salute soprattutto delle giovani generazioni, considerata anche l'invasione di cibi ultraformulati nella 'dieta' di bambini e adolescenti. Da qui l'importanza di aumentare le ore di educazione alimentare nelle scuole per riaffermare i principi della Dieta Mediterranea".

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