L'indagine della Procura

Violenze sessuali e torture al carcere della Dogaia

I carcerati usavano telefoni e social all'interno delle celle

Violenze sessuali e torture al carcere della Dogaia
Pubblicato:
Aggiornato:

Non solo rivolte ma anche stupri e torture. Dal vaso di pandora scoperchiato dalla Procura di Prato all'interno del carcere della Dogaia continuano ad emergere particolari inquietanti. recenti perquisizioni hanno portato al sequestro di ulteriori dispositivi elettronici detenuti illegalmente e hanno acceso i riflettori su un contesto in cui alcuni agenti della polizia penitenziaria risultano sospettati di comportamenti collusivi. La Procura nell'ultimo anno avrebbe rinvenuti 41 telefoni cellulari, tre sim card e un router. L’ultimo ritrovamento, avvenuto il 5 luglio scorso in Media Sicurezza, ha portato al sequestro di un ulteriore dispositivo privo di scheda. Alcuni telefoni sono risultati operativi anche nei giorni successivi alle perquisizioni ufficiali, il che indica un controllo interno da parte dei detenuti, anche grazie alla complicità di soggetti esterni o interni al penitenziario. Un detenuto del reparto Alta Sicurezza è riuscito addirittura a pubblicare contenuti su TikTok dalla propria cella.

Tik tok in carcere

Nell'ultimo mese poi sono state due le rivolte interne con gli scontri che venivano filmati dai detenuti. Persino due episodi di violenze sessuali e torture vengono contestate ad alcuni carcerati: il primo è del Settembre 2023 e riguarderebbe un detenuto brasiliano che avrebbe violentato sotto minaccia il compagno di cella pachistano; Il secondo caso risale al Gennaio 2020 quando due carcerati avrebbero torturato e abusato un giovane tossicodipendente omosessuale. La vitti.a aveva riportato fratture, lesioni e danni psicologici gravi.