Condannato per spaccio

Prato, la fuga da film del re della droga

Lo spacciatore è riuscito a liberarsi della manette e si è volatilizzato prima di entrare alla Dogaia

Prato, la fuga da film del re della droga
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Di finire alla Dogaia, un 38enne cinese di professione spacciatore, proprio non vuole saperne.

L’anno scorso aveva evitato il carcere grazie a un’ordinanza del giudice per le indagini preliminari che gli ha imposto il divieto di dimora nelle province di Prato, Firenze e Pistoia, nonostante la Procura avesse proposto per lui una cella al carcere pratese.

La fuga da prestigiatore

Ma nelle scorse ore, segnatamente giovedì 10 luglio, proprio quando stava per essere portato nella casa circondariale, è riuscito a togliersi le manette mentre era in Questura ed è scappato. Un gioco di prestigio, una mossa alla Houdini, l’illusionista americano diventato famoso perché riusciva a liberarsi da corde e manette: così ora lo spacciatore Jang Bobo è di nuovo uccel di bosco. Il procuratore Luca Tescaroli in una nota spiega che la fuga è stata possibile grazie anche "all’inadeguatezza degli organici della pure efficiente squadra mobile".

Il re dello spaccio

Fatto sta che la squadra mobile della polizia lo aveva arrestato in esecuzione di un ordine di carcerazione ottenuto dalla Procura grazie al ricorso al Tribunale del riesame, dopo che il gip si era limitato al divieto di dimora.  Il 2 febbraio 2024 era già stato condannato per detenzione e spaccio di stupefacenti, mentre era sottoposto all’obbligo di firma fu trovato in possesso di 20 grammi di metamfetamina, una pistola calibro 45 con cinque proiettili d’argento e vari attrezzi da scasso.

Dall’esame dei suoi telefoni cellulari emerse che era il punto di riferimento nella comunità cinese per lo spaccio di droga e il commercio di documenti contraffatti.

La recidiva

Un anno dopo, quando la polizia è andato a prenderlo, la scoperta che il divieto di dimora non gli aveva fatto cambiare abitudini, visto che lo hanno trovato in possesso di 500 grammi tra shaboo e ketamina, un passaporto di Taiwan e due telefoni cellulari ora all’esame degli inquirenti.

Ma evidentemente Jang Bobo non aveva alcuna intenzione di finire alla Dogaia (nella foto di copertina) ed è riuscito a beffare i poliziotti liberandosi delle manette prima di raggiungere l’ingresso della Questura e scomparire nel nulla.