I NAS di Firenze, con l’ausilio del Comando Provinciale dei Carabinieri di Salerno, hanno eseguito stamani (1 Ottobre) misure cautelari personali a carico di cinque indagati ed un sequestro preventivo di beni nei confronti di una società operante nel settore dell’accoglienza dei migranti, con sede legale nel comune di Castel San Giorgio, nel salernitano. I soggetti destinatari sono gravemente indiziati – con posizioni e partecipazioni diverse – in concorso tra loro, dei delitti di concussione nei confronti di soggetti richiedenti asilo, frode nelle pubbliche forniture, nonché plurimi episodi di truffa aggravata in danno dello Stato e numerose false attestazioni in atti pubblici.
Le indagini sono scattate nel dicembre 2023, quando i Carabinieri di Pistoia assieme il Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Firenze effettuarono un’ispezione nel centro di accoglienza straordinario (CAS) di San Marcello Piteglio – l’ ex “Hotel Giardini” – dove erano state segnalate presunte irregolarità igienico-sanitarie. Dal controllo era emersa la totale incuria degli ambienti: sporcizia diffusa, liquami, muffe ed incrostazioni pregresse, nonché pessime condizioni abitative tali da rappresentare un pericolo per la salute e la sicurezza degli ospiti, oltre che per la salute
pubblica. E così il la Prefettura di Pistoia dispose lo sgombero. di 10 persone che vennero ricollocate nelle altre province del territorio regionale. In quel periodo la struttura era gestito da un’altra società, la Desy, diversa rispetto a quella raggiunta dall’odierno provvedimento.
Dalle testimonianze degli ospiti è emersa la quasi totale assenza di fornitura di beni e servizi, con una sorta di abbandono della struttura sprovvista di riscaldamento e persino dell’acqua calda, oltre che, in talune circostanze, anche di energia elettrica. Mentre nella convenzione stipulata tra la Prefettura di Pistoia e la DESY avrebbe dovuto fornire cibi, alimenti, bevande, abbigliamento, oltre all’assistenza sanitaria, servizio di mediazione linguistico-culturale, un servizio di informativa legale per seguire i richiedenti asilo nelle pratiche burocratiche relative alla loro permanenza sul territorio nazionale, l’alfabetizzazione ed il sostegno psicologico, nonché la fornitura del cd “pocket money”, denaro pari a € 2,5 al giorno da corrispondere a ciascun ospite in base al numero di giorni di presenza al CAS. Una somma che la quasi totalità degli ospiti dichiarava di non aver ricevuto: solo per alcune mensilità e soltanto a favore di alcuni soggetti. Gli ospiti, inoltre, hanno riferito di sporadiche lezioni di lingua italiana, ma di non aver ottenuto alcun materiale per l’apprendimento della lingua, tant’è che alcuni, per sopperire, si recavano in autonomia presso la biblioteca comunale del posto. In merito all’ assistenza psicologica: nelle previste relazioni mensili, la psicologa citava più colloqui singoli e di gruppo che, stando sempre alle testimonianze, non sarebbero mai avvenuti. Per l’assistenza sanitaria gli ospiti riferivano di non aver ricevuto alcuna visita medica all’ingresso, né farmaci prescritti. Risultano documentati più casi di ospiti con seri problemi epidermici che – secondo gli investigatori – con alta probabilità erano riconducibili alle pessime condizioni igienico sanitarie della struttura.
Le prestazioni venivano attestate alla Prefettura di Pistoia, con conseguente richiesta di pagamento del servizio. I professionisti indicati per tali attività certificavano, in varie occasioni, la loro presenza presso il CAS di San Marcello Piteglio, sebbene l’analisi del traffico telefonico li collocasse in altra regione,
Le gravi carenze di gestione del CAS portavano i richiedenti asilo ad avanzare ripetute proteste, in seguito alle quali si sono verificati episodi di concussione posti in essere da
dipendenti e collaboratori della Desy che minacciavano ripetutamente, costringendoli ad apporre le firme sui fogli che attestassero la regolare fornitura del servizio, riferendo che
in caso contrario sarebbero stati espulsi dal centro. Alcuni di loro hanno riferito di essere rimasti fino a dieci giorni senza cibo per non aver firmato
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Dai successivi controlli, la Desy è risultata essere gestore di altri CAS sul territorio nazionale, in particolare (anche) nelle province di Salerno, Avellino, Pavia e Arezzo. Anche altrove la gestione era la medesima. Sulla base di ulteriori e gravi elementi acquisiti, è scattata una manovra investigativa supportata da intercettazioni telefoniche, analisi tabulati di traffico ed acquisizione di una copiosa documenti. Tra i riscontri documentali i militari hanno rilevando come -in molteplici occasioni- la DESY presentasse la medesima fattura a più Prefetture, ottenendo pertanto un duplice risultato: quello di far apparire una spesa compatibile con la gestione del centro e, soprattutto, ottenendo il rimborso della somma da parte di più Prefetture. Nel periodo 2022-2024 la società avrebbe percepito la somma complessiva di oltre 1.200.000€, per cui è stata effettuato un sequestro preventivo per un importo pari ad oltre 720.000€, ritenuto dal GIP diretto profitto dei reati contestati.