In Italia esistono ambienti di lavoro d’eccellenza anche nei settori manifatturiero e della produzione. Tre delle 15 migliori aziende per cui lavorare secondo gli operai italiani hanno sede in Toscana:
si tratta di Birindelli Auto (4° posto), storica concessionaria toscana di BMW e MINI;
Eli Lilly (6° posto) che nel sito produttivo di Sesto Fiorentino si occupa della produzione di farmaci da biotecnologia
e La Marzocco (7° posto) realtà, con sede a Scarperia, leader per design ed innovazione nel settore delle macchine per caffè espresso professionali.
È quanto emerso dal ranking Best Workplaces for Blue Collar 2025, stilato da Great Place to Work Italia ascoltando e analizzando i pareri e le opinioni espresse da oltre 4mila operai (4.193), attivi all’interno delle principali realtà manifatturiere e produttive italiane.
Nei 15 migliori ambienti di lavoro secondo le tute blu italiane, il Trust Index, l’indice che rappresenta il valore medio delle risposte positive al questionario di clima organizzativo, è pari al 66%, un dato superiore del +19% rispetto a quello fatto registrare dal panel di aziende non best workplaces dell’industria manifatturiera & della produzione (47%) analizzate da Great Place to Work Italia.
Un divario che si amplia ancora di più, salendo al +22%, nel confronto con il dato della norma italiana (44%), che evidenzia il valore medio delle aziende italiane sui principali indicatori di Great Place To Work, ottenuto tramite il report European Workforce Study.
Le realtà lavorative manifatturiere più virtuose spiccano su due tematiche, quella della sicurezza sul lavoro e della qualità delle infrastrutture aziendali, che sono centrali nel panorama lavorativo italiano. Sono infatti più di otto su dieci (82%) i Blue Collar delle aziende best workplaces che ritengono fisicamente sicuro il proprio luogo di lavoro, con una differenza di 15 punti percentuali nel confronto con le altre realtà produttive non best analizzate (67%). La qualità delle infrastrutture viene riconosciuta dal 71% degli operai dei best workplaces, un dato che scende al 51% tra le tute blu delle aziende non eccellenti analizzate. Secondo un recente rapporto dell’Inail – Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, confrontando il numero dei casi mortali in occasione di lavoro agli occupati Istat nei vari periodi, si nota come l’incidenza sia passata da 1,45 decessi denunciati ogni 100mila occupati Istat di giugno 2019 a 1,47 del 2025 (+1,4%). Il calo ha riguardato, in particolare, la gestione Industria e servizi, che è passato da 308 a 303 denunce mortali.
Altri punti di forza delle aziende best workplaces, certificati dai colletti blu, riguardano l’imparzialità di trattamento indipendentemente dall’orientamento sessuale (88%) e dall’origine etnica (86%), la possibilità di potersi assentare dal lavoro quando se ne sente il bisogno (82%) e il sentirsi accolti e benvenuti al momento dell’assunzione (79%).
Altri fattori che, secondo il parere degli operai, premiano l’eccellenza delle 15 migliori realtà manifatturiere e produttive italiane riguardano, in primis, l’autonomia operativa con i responsabili che mostrano piena fiducia nel lavoro svolto dalle persone senza doverle continuamente controllare: sono il 71% i blue collar delle aziende best che dichiarano di avere piena autonomia operativa, contro il 60% delle tute blu delle realtà produttive non eccellenti.
Divari che si allargano ancora di più quando parliamo dell’eticità del management (73% nei best workplaces contro il 52% delle altre aziende manifatturiere analizzate, +21%) e dei festeggiamenti degli eventi speciali (76% nei best workplaces contro il 51% del panel di aziende manifatturiere non best analizzate, +25%).
Gli operai delle aziende best premiano particolarmente altri due aspetti dell’esperienza lavorativa: la possibilità di poter usufruire di benefit unici che sanno incontrare i principali bisogni e le necessità di questa fetta di popolazione aziendale (71%) e la comprensione della visione del management rispetto a dove sta andando l’azienda, fattore che denota grande vicinanza e trasparenza della direzione nei confronti dei blue collar (67%).
A quest’ultimo aspetto si lega anche il Leadership Index, un indicatore della qualità dei comportamenti di leadership all’interno dell’organizzazione che riflette quanto i comportamenti di leadership dei manager siano efficaci nel creare un ambiente di fiducia, partecipazione e crescita condivisa. Nei best workplaces questo valore è pari al 64% contro il 47% fatto registrare dal panel di tutte le aziende non best dell’industria manifatturiera & produzione analizzate. “Nell’edizione 2025 del ranking Best Workplaces for Blue Collar possiamo notare una diminuzione generalizzata (-3%), rispetto al 2024, dei valori registrati in tutte e 5 le macroaree (credibilità, rispetto, equità, orgoglio e coesione) analizzate – dichiara Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia – Un calo che ha interessato, in maniera simile (-4%) anche le aziende appartenenti al panel delle realtà non best workplaces dell’industria manifatturiera & della produzione. Gli effetti dello sforzo delle aziende best e delle certificate si possono apprezzare soprattutto per quanto riguarda l’orgoglio personale nel far parte dell’organizzazione e nella possibilità di essere i primi ambassador del proprio luogo di lavoro. Nelle aziende best workplaces secondo gli operai italiani, la percezione di essere inclusi e valorizzati indipendentemente dalla propria posizione è molto diffusa e ciò influisce positivamente sulla considerazione della propria organizzazione come un eccellente ambiente di lavoro. Ascoltare, motivare, coinvolgere e valorizzare tutte le persone, non solo gli impiegati ma anche gli operai e i reparti produttivi, diventa per le aziende una leva strategica imprescindibile per affrontare le sfide del presente e costruire così il futuro”.