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San Giovanni di Dio, cresce la chirurgia vascolare

A due anni dal rinnovamento tecnologico della sala ibrida, +30% di volumi

San Giovanni di Dio, cresce la chirurgia vascolare

La chirurgia vascolare aortica dell’ospedale San Giovanni di Dio ha registrato in questi ultimi due anni un incremento significativo dell’attività clinica: al 1° dicembre 2025 sono stati trattati ben 287 aneurismi aortici, con un aumento del 30% dei casi complessi toracici e toracoaddominali rispetto al 2024. Si raccolgono già oggi, a due anni dal completo rinnovamento tecnologico nel 2023 del blocco operatorio del padiglione Vespucci, frutto di un impegno regionale di circa 4 milioni di euro, i risultati dell’investimento che sta contribuendo a portare benefici in termini di volumi e di qualità clinica. Un impegno importante, tradotto fin da subito in un potenziamento reale dell’offerta sanitaria.

Il cuore di questo intervento è la sala ibrida, un ambiente ad altissima tecnologia che rappresenta oggi uno dei punti di forza dell’ospedale fiorentino. La sala ibrida consente di trattare in sicurezza e con la massima precisione i casi più complessi di chirurgia vascolare aortica, accogliendo pazienti provenienti da numerosi presidi dell’Area Vasta: Empoli, Prato, Pistoia, Borgo San Lorenzo, Pescia, Figline e, naturalmente, Firenze.

Non è però soltanto un luogo dedicato alla patologia vascolare: al contrario, è un esempio virtuoso di integrazione multidisciplinare. Qui collaborano quotidianamente radiologi interventisti, ortopedici, urologi, otorinolaringoiatri, ginecologi e chirurghi generali. Nella stessa sala vengono gestiti anche traumi complessi del bacino e patologie oncologiche che richiedono un approccio combinato. Perfino alcune situazioni ostetriche ad alto rischio – come i parti complicati in cui è necessario un immediato supporto endovascolare per bloccare possibili importanti sanguinamenti – hanno trovato una risposta più sicura per la madre e per il neonato.

All’incremento significato dell’attività clinica ha contributo anche la sala chirurgica “gemella” del nuovo blocco Vespucci, accanto alla sala ibrida.

“La sala ibrida del San Giovanni di Dio e l’intero progetto dell’ospedale – commenta il Direttore delle Specialistiche Chirurgiche, Stefano Michelagnoli, anche Direttore della Chirurgia Vascolare del San Giovanni di Dio – rappresentano oggi un investimento pienamente riuscito per la Regione Toscana. I risultati ottenuti in così breve tempo mostrano come la buona sanità non sia uno slogan, ma una realtà costruita con visione, competenza e responsabilità. Una realtà che Firenze e il suo territorio possono guardare con orgoglio”.

Il coordinamento del trattamento della patologia aortica endovascolare dell’Azienda Usl Toscana centro – che comprende i presidi di Empoli diretto dal dottor Leonardo Ercolini, Pistoia diretto dal dottor Pierfrancesco Frosini e Firenze diretto dal dottor Stefano Michelagnoli – è affidato al dottor Emiliano Chisci, che garantisce una gestione uniforme e integrata dei casi complessi su tutto il territorio.

L’investimento tecnologico ha portato benefici anche di sicurezza. Le dotazioni della nuova sala ibrida hanno infatti permesso di ridurre l’esposizione al mezzo di contrasto iodato – potenzialmente nefrotossico, soprattutto per i pazienti più fragili – e di abbassare in modo significativo la dose radiante. Oggi, per un intervento aortico standard, la radiazione utilizzata è in media un quinto di quella raccomandata dalle linee guida nazionali: un risultato di grande valore sia per i pazienti sia per il personale sanitario.

Tutto ciò è possibile grazie al lavoro integrato di professionisti che ogni giorno operano fianco a fianco: medici di diverse specialità, infermieri e tecnici radiologi. È la dimostrazione concreta di come la collaborazione, unita alla tecnologia, possa migliorare la qualità delle cure.