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La Toscana introduce il “reddito regionale di reinserimento lavorativo”: assegno da 500 euro per chi ha perso lavoro e ammortizzatori

Il fondo dedicato ammonta a quasi 23 milioni di euro, stanziati con risorse regionali sul bilancio 2025-2027

La Toscana introduce il “reddito regionale di reinserimento lavorativo”: assegno da 500 euro per chi ha perso lavoro e ammortizzatori

La Toscana introduce un sostegno economico da 500 euro al mese, erogato per un periodo massimo di nove mesi, per i disoccupati privi di indennità e con un Isee sotto i 15 mila euro. È il nuovo Reddito regionale di reinserimento lavorativo, presentato dal presidente Eugenio Giani e dall’assessore al lavoro Alberto Lenzi, che diventerà operativo da gennaio in fase sperimentale.

La misura si rivolge a chi ha già maturato un’esperienza lavorativa ma non percepisce più strumenti come Naspi o Dis-coll, oppure non ha potuto accedervi pur avendo versato contributi. Per ricevere il sostegno sarà necessario seguire un percorso concordato con i Centri per l’impiego, partecipando alle attività di politica attiva e firmando il Patto di servizio personalizzato che definisce obiettivi e impegni da rispettare.

Il fondo dedicato ammonta a quasi 23 milioni di euro, stanziati con risorse regionali sul bilancio 2025-2027. La gestione operativa sarà affidata ad Arti, l’agenzia regionale per l’impiego, che seguirà istruttorie, pagamenti e raccordo con i servizi sociali del territorio.

Le stime di Irpet indicano una platea potenziale che supera gli 11 mila destinatari.

“La Toscana si fa ancora protagonista sul fronte delle politiche del lavoro con un nuovo intervento che la pone come punto di riferimento nella costruzione di un moderno welfare italiano –  osserva il presidente Giani che, tratteggiando le caratteristiche della misura –

Stiamo parlando non solo di un sostegno economico minimo per il periodo di ricerca di una nuova occupazione, che non ha nulla a che fare con l’assistenzialismo, ma di uno strumento che favorisce percorsi personalizzati di accompagnamento al lavoro per reinserire persone in condizioni di particolare vulnerabilità sociale ed economica.

Grazie ai report periodici del Settore Lavoro – aggiunge Giani – ogni tre mesi osserveremo l’andamento della misura e valuteremo cambiamenti e aggiustamenti che si renderanno opportuni”.

L’assessore Lenzi ha annunciato verifiche trimestrali per monitorare l’andamento della sperimentazione e valutarne eventuali modifiche.

“Il Reddito di reinserimento va in questa direzione e si configura come un sussidio di secondo livello – ha evidenziato l’assessore –  assimilabile alle migliori pratiche europee già adottate in paesi come Francia, Austria, Svezia, Finlandia, Grecia e Portogallo”.

Non è previsto alcun cumulo con misure nazionali come l’assegno di inclusione.