La Croce Siviero recuperata e ricomposta
Sara esposto al Museo Horne

Un capolavoro dell'arte che si ricompone: è la Croce Siviero, restituita dalla Regione Toscana, a sua volta proprietaria della Casa Museo Siviero – unico museo regionale a Firenze. L'ente ha sostenuto con convinzione il recupero. Oggi, grazie al fondamentale contributo della Soprintendenza, dell’Università per Stranieri di Siena e della galleria Farsetti Arte, la Croce ritrova la sua completezza, divenendo emblema di una cultura che non si limita a conservare, ma rigenera e connette.
Questa operazione si inserisce in un più ampio progetto di riqualificazione della Casa Museo Siviero, cuore di iniziative come la mostra a Guardistallo e Bibbona, che celebrano l’eredità del grande agente segreto dell’arte. L’esposizione temporanea al Museo Horne, resa possibile grazie a una virtuosa collaborazione con Fondazione Cr Firenze, offre ai cittadini e ai visitatori l’occasione di ammirare l’opera nel dialogo con altre eccellenze del Rinascimento, ribadendo così il ruolo di Firenze e della Toscana come laboratori permanenti di bellezza e conoscenza.
Nella raccolta di opere d’arte appartenuta a Rodolfo Siviero vi è una croce dipinta mutila attribuita al pittore emiliano Lippo di Dalmasio, documentato tra la fine del XIV e inizi del XV secolo.
Durante le attività di valorizzazione della Casa museo si è palesata l’occasione di poter ricomporre la croce dipinta da Lippo con i tabelloni raffiguranti la Madonna e San Giovanni evangelista che si credevano perduti, avviando un positivo colloquio con Farsetti arte di Prato.
L’occasione è nata da uno studio del prof. Emanuele Zappasodi dell’Università per Stranieri di Siena.
La Regione Toscana ha dialogato con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze per le delicate fasi del restauro, che è stato curato da Lisa Venerosi Pesciolini.
“La Croce su fondo oro di Lippo di Dalmasio del Museo Siviero - dichiara la Soprintendente Antonella Ranaldi - ritrova i pezzi mancanti e la sua completezza grazie al lavoro di studio e ricerca, in un dialogo che come in questo in caso riserva sorprese e si concretizza nell’azione delle istituzioni pronte a coglierne le sollecitazioni”.