Rosse, il grande classico, rosa, gialle, albicocca, bianche, maculate e multicolore, i colori-novità, con il fiore a forma di cuore, simile ad una lancia o che assomigliano alle orecchie del celebre topolino dei cartoni animati Disney, ad alberello o piramide, clima-resistenti o delicate come il cristallo fino alle forme “vintage” e quasi dimenticate di cui si erano perse le tracce: le Stelle di Natale stanno al passo delle mode ed i gusti portando nelle case di milioni di italiani un tocco di arcobaleno, originalità e benessere. Una biodiversità cromatica e geometrica che nasce dalla fantasia dei florovivaisti che anno dopo anno si divertono a sperimentare e creare nuove varietà ibride giocando con colori e forme. A dirlo è Coldiretti Toscana secondo cui la regione è leader nella coltivazione di questa pianta ornamentale originaria del Messico con 5 milioni di esemplari prodotti quasi interamente nel distretto apuo-viareggino: fiori “consumati” proprio in queste settimane, quando la richiesta è al culmine, per un giro d’affari stimato tra i 12 e 13 milioni di euro. “La coltivazione di Stelle di Natale si conferma un pilastro dell’economia florovivaistica della Toscana. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – Il comparto, malgrado le tante difficoltà che sta attraversando e la concorrenza dei paesi stranieri, soprattutto quelli africani e sudamericani dove si sfrutta la manodopera e si fanno usi massicci di fitofarmaci, sta dimostrando una straordinaria resilienza. L’impegno e gli investimenti dei floricoltori stanno portando velocemente il settore verso una sostenibilità matura e strutturale che passa attraverso l’impiego per esempio di materiali a km zero per la terra per sostituire torba e fibra di cocco, la produzione di energie rinnovabili per il riscaldamento delle serre, sempre più intelligenti ed automatizzate, ed un utilizzo responsabile ed attento dell’acqua e dei concimi. Elementi che puntano a rendere il nostro florovivaismo green e competitivo”.
Per la Stella di Natale è stata una stagione tutto sommato positiva rispetto alle precedenti. Stabile la produzione così come i costi degli input produttivi, soprattutto gasolio il cui prezzo dipende anche da fattori internazionali, poi concimi e vasetteria senza dimenticare le importazioni selvagge soprattutto dall’Olanda, che reimmette sul mercato comunitario fiori coltivati in condizioni di sfruttamento e gli attacchi degli insetti alieni. Una mano è arrivata quest’anno però proprio dal clima che nelle ultime stagioni aveva penalizzato questa coltivazione: le temperature miti di ottobre e novembre hanno ridotto le ore di accensione del riscaldamento nelle serre dove sono necessarie tra i 15 e i 20 gradi per attivare il processo di crescita e di colorazione delle piante. Un aiuto inaspettato che ha permesso alle imprese floricole specializzate nella coltivazione di Stelle di Natale di abbattere i costi almeno di questa voce.
Associata da sempre al calore delle festività, la Stella di Natale è un preziosissimo alleato della nostra salute. I recenti studi e ricerche condotte da IBE-CNR e Coldiretti Toscana hanno dimostrato attraverso la sperimentazione la loro funzione importantissima nell’assorbire l’inquinamento presente all’interno delle nostre case, in particolare il benzene che si trova per esempio in colle, vernici, detergenti. Le Stelle di Natale, così come altre piante, sono filtri naturali che contribuiscono a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo. Un regalo non solo bello, anche utile.
Ma per mantenerla vigorosa come il primo giorno e godersela anche nei mesi a venire bisogna prendersene cura evitando esposizione a correnti d’aria fredda o raggi di sole. La pianta deve essere posizionata in un luogo luminoso ma fresco: vanno bene pianerottoli, verande purché la temperatura non sia inferiore ai 15 gradi o superiore ai 20 gradi. Un altro aspetto importante è quello dell’annaffiatura che dovrà avere cadenza settimanale (una o due volte). Quanta acqua dare? Il terreno deve essere umido e non inzuppato facendo attenzione ad eliminare eventuali ristagni. In primavera, quando iniziano a comparire nuove foglie, concima e rinvasa in un contenitore più grande.