Ritrovate importanti terrecotte

A San Casciano dei Bagni scavi rivelano una grande scuola medica etrusca

Anticipate di 2 secoli origini del sito.

A San Casciano dei Bagni scavi rivelano una grande scuola medica etrusca

Nuove conferme sulla presenza di una grande scuola medica etrusca sono emerse dalla campagna di scavo 2025 nel Santuario del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni (Siena).

I risultati dell’ultima stagione di ricerche, presentati domenica 21 dicembre, aprono nuovi scenari sulla storia del sito, anticipandone di almeno due secoli le origini.

La scoperta più significativa riguarda infatti la cronologia delle prime fasi di vita del santuario, datata alla fine del V secolo a.C., e non più al III secolo a.C. come ipotizzato in precedenza.

Questo dato prefigura l’esistenza di un grande santuario di età alto-arcaica in prossimità della sorgente o nelle sue immediate vicinanze. A testimoniarlo è un frammento di candelabro in bronzo.

Nuovi rinvenimenti, tra cui un fulmine e un ramo in bronzo, accompagnano la fase finale del sito, quando nel V secolo d.C., in seguito agli editti di Teodosio, il santuario venne chiuso.

In questo momento di trasformazione radicale, una serie di altari fu spezzata e disposta a formare una nuova piattaforma davanti all’ingresso del tempio, collocata spazialmente tra la sorgente principale indagata negli ultimi anni e una seconda sorgente più a sud, probabilmente fulcro di un ulteriore polo sacro.

Dal punto di vista delle strutture, la campagna 2025 ha confermato la presenza di un grande recinto di età etrusca, attivo almeno dal III secolo a.C. ma verosimilmente più antico, di dimensioni simili a quelle del tempio di età romano-imperiale. In più punti il recinto presenta evidenze di riti di abbandono, caratterizzati dalla dispersione intenzionale di terrecotte architettoniche. Se nelle campagne precedenti era stato soprattutto il bronzo a restituire i dati più eclatanti, quest’anno sono le terrecotte a emergere con forza.

All’esterno del recinto più antico, nell’angolo sud-occidentale, è stato avviato lo scavo di quella che appare come una favissa, ovvero un deposito votivo sacro. I materiali rinvenuti comprendono parti anatomiche in terracotta – piedi, gambe, mani, teste, infanti in fasce – oltre a frammenti di statue e a elementi di decorazione architettonica come antefisse.

Particolarmente significativa è la fase tardo-antica del santuario, quando nel IV secolo d.C., a seguito di una serie di crolli del tempio di età imperiale, i Romani realizzarono un grande muro di contenimento, scavando profondamente nelle stratificazioni precedenti. In quell’occasione parte dei depositi etruschi venne intercettata e rovesciata all’esterno del tempio, secondo un complesso rituale.

Su questi livelli si rinvengono anche oggetti votivi eccezionali, tra cui teste, figure infantili intere e soprattutto un modello poliviscerale in terracotta che rappresenta, allo stato attuale delle conoscenze, la più accurata raffigurazione dei visceri umani mai rinvenuta. Questa scoperta rafforza ulteriormente l’ipotesi della presenza, presso il Bagno Grande, di una vera e propria scuola medica di età etrusca, attiva almeno dal III secolo a.C.
Lo scavo della favissa è solo all’inizio e si preannuncia, già dalla prossima campagna, come una straordinaria fonte di informazioni.