Senza agenti né educatori

Firenze, il carcere minorile Meucci è una polveriera

I giovani detenuti sono 26 ma la capienza è per 17 

Firenze, il carcere minorile Meucci è una polveriera
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Sono sempre più critiche le condizioni del carcere minorile fiorentino Meucci. Domenica scorsa, 9 febbraio, dentro una cella dell’istituto penale in via degli Orti Oricellari c’è stato un incendio ed è stata necessaria l’evacuazione della cella.
Sono intervenuti i vigili del fuoco e due giovani detenuti sono stati portati in ospedale. Un episodio piccolo che però mette in luce, ancora una volta, le varie problematiche del carcere.
Prima fra tutte quella del sovraffollamento: su una capienza regolamentare di 17 detenuti, nell’istituto ci sono 26 ragazzini. Effetto del decreto Caivano, come in altre carceri minorili d’Italia, che si sono riempite da quando la norma del governo Meloni ha inasprito le pene ai danni dei minorenni e facilitato l’applicazione della custodia cautelare degli under 18, alcuni dei quali sono così finiti dietro le sbarre.
"Con il decreto Caivano abbiamo assistito da un giorno all’altro al cambiamento radicale della logica carceraria sui minorenni — dice Enrico Vincenzini, responsabile per la Toscana dell’associazione Antigone — Al centro di questo nuovo sistema c’è la punizione penale e di conseguenza la carcerazione, e quindi i numeri dei minori in cella sono aumentati mese dopo mese, tanto che oggi si registra un sovraffollamento che non c’era mai stato in passato e questo non fa che aumentare le tensioni all’interno di questi istituti penali, come abbiamo visto nel caso del Meucci di Firenze".
Ma non sono soltanto i numeri dei detenuti minorenni ad allarmare la situazione del carcere fiorentino Meucci. In modo inversamente proporzionale, mancano gli educatori. "La pianta organica ne dovrebbe prevedere almeno sei o sette operatori sul fronte dell’educazione — aggiunge Vincenzini — mentre nel caso del Meucci ce ne sono complessivamente soltanto cinque". Poi c’è la questione dello scarso numero di agenti penitenziari: "Dovrebbero essere previsti almeno una quarantina, ne risultano in servizio soltanto diciotto".
I posti negli istituti penali minorili italiani sono 516 e il tasso di affollamento medio è pari al 110%, questo secondo i dati Antigone relativi alla fine dell’anno scorso.
Dei 17 istituti presenti sul territorio, ben 12 ospitano più persone di quelle che dovrebbero. Nei 5 istituti non sovraffollati, si registra comunque una situazione assai precaria, essendo tutti al limite della capienza. Per far fronte al sovraffollamento sono state aggiunte brandine da campeggio e in alcuni casi anche materassi per terra.
La presenza negli istituti penali minorili, hanno spiegato da Antigone, oggi è fatta soprattutto di ragazzi e ragazze minorenni che rappresentano il 61% del totale dei reclusi. Un trend invertito rispetto a poco tempo fa, quando ad essere in maggioranza erano i giovani adulti — ragazzi fino a 25 anni che erano entrati nel sistema della giustizia minorile da minorenni.
Secondo l’associazione, il decreto legge Caivano ha infatti reso più facile il trasferimento dei ragazzi che hanno compiuto la maggiore età a un carcere per adulti, misura troppo spesso applicata per problemi di sovraffollamento o per gestire situazioni problematiche, ma che va a interrompere un percorso educativo magari risalente e rende ben più difficile la reintegrazione sociale del giovane.
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