Autorizzazioni sempre temporanee

Giannutri, dopo la sentenza del Tar il Parco nazionale conferma il divieto di api gestite sull’isola

ricorso presentato dalla società La Pollinosa

Giannutri, dopo la sentenza del Tar il Parco nazionale conferma il divieto di api gestite sull’isola
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Dal 2018, ogni primavera le api da miele si nutrono di fiori selvatici nell’isola più remota e meridionale dell’Arcipelago Toscano: Giannutri.

Api autoctone e api allevate: conflitto di interessi

Le api allevate, spesso utilizzate in agricoltura, e le api autoctone nate in natura si nutrono degli stessi nettari e pollini floreali. Gli ecologi sospettano da tempo che le api da miele possano spingere le api selvatiche ai margini;

l'isolotto di Giannutri (appena 2,6 km²) è stato perciò trasformato in un laboratorio vivente per testare l'impatto delle api mellifere.

I risultati, pubblicati sulla rivista Current Biology, suggeriscono che il numero di api selvatiche è diminuito in modo allarmante. Con l'eliminazione temporanea delle api da miele, i livelli di nettare e polline sono aumentati, consentendo alle api selvatiche di rifornirsi di più e di nutrirsi di nettare più a lungo.

Gli apicoltori hanno prima portato a Giannutri delle regine di api per allevarle in isolamento. L'isola fa parte del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e, nel 2021, le autorità hanno chiesto all'entomologo Leonardo Dapporto dell'Università di Firenze, di indagare se le api da miele, portate di recente sull'isola, potessero avere una ricaduta ecologica inaspettata. Insieme al collega Alessandro Cini dell'Università di Pisa, i ricercatori hanno notato che sull'isola ronzavano molte api da miele, ma solo poche api selvatiche. E' stato scoperto che quando le api da miele erano chiuse nei loro alveari, il volume del nettare aumentava di oltre il 50% in alcune piante, mentre il livello di polline saliva di quasi il 30%.

 

Successivamente i ricercatori hanno riscontrato un maggiore comportamento di ricerca nelle api selvatiche. In quattro anni, la squadra ha condotto indagini sull'isola per monitorare le popolazioni di api selvatiche, scoprendo che Anthophora dispar, una specie di ape solitaria autoctona, e Bombus terrestris, un tipo di bombo, sono diminuiti di quasi l'80% rispetto al loro livello di popolazione all'inizio dello studio nel 2021.

 

L’Ente Parco, preso atto della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana in merito al ricorso presentato dalla società La Pollinosa, ha ritenuto opportuno chiarire che il Collegio giudicante ha ritenuto fondato il primo motivo del ricorso, stabilendo l’illegittimità del diniego impugnato limitatamente alla mancanza di contradditorio con la Società in relazione all’istanza di autorizzazione all’installazione dell’apiario sull’isola di Giannutri.

Resta impregiudicata per l’Ente Parco la facoltà di riesercitare le proprie prerogative: l’Ente Parco, si uniformerà al pronunciamento del TAR Toscana, ma ha ribadito che confermerà il divieto di portare api gestite sull’isola di Giannutri, adottando i necessari provvedimenti per proteggere i popolamenti selvatici di impollinatori che vivono in territori con alti vincoli di protezione e per i quali si registrano situazioni di sofferenza, in parte attribuibili alla realizzazione di alcune pratiche zootecniche.

 

In questo caso non è in discussione il valore che l’Ente Parco attribuisce alla pratica zootecnica apistica nel contesto dell’agricoltura tradizionale, che tra l’altro viene condotta da decenni in alcuni siti del territorio dell’area protetta.

Come più volte ribadito dal Presidente del PNAT Giampiero Sammuri, in un parco nazionale non tutte le attività vengono consentite a prescindere e senza limitazioni; regole e zonizzazione rappresentano gli strumenti che un ente parco deve utilizzare, in applicazione della legge quadro sulle aree protette (legge 394/1991), per disciplinare le diverse attività. Questo certamente vale anche per l’apicoltura (che è consentita e sarà consentita in gran parte della superficie dell’area protetta), così come vale per l’agricoltura, la zootecnia, la pesca, il turismo ed altre attività.

Le risultanze degli studi e i dati oggi disponibili verranno tradotti in provvedimenti gestionali che andranno a modificare e ad aggiornare quanto previsto dalla deliberazione del Consiglio Direttivo del 2001.

L’Ente Parco precisa, infine, che le autorizzazioni rilasciate a partire del 2019 alla società La Pollinosa per il posizionamento di apiari sull’isola di Giannutri hanno sempre avuto carattere “temporaneo” e che nessuna aspettativa poteva essere vantata dalla ricorrente circa rinnovi per le annualità successive, in quanto l’Ente Parco, nelle suddette autorizzazioni, ha sempre chiaramente specificato l’esistenza di studi per valutare la situazione dei vari impollinatori sull’isola di Giannutri.

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