la storia

Luciano Ricci, ha fotografato Callas e De Filippo. A 92 anni espone gli scatti delle anziane nella Rsa in cui è ospite

Tra le caratteristiche di Luciano, il fatto che fotografa con una mano. Ha perso due arti, quando aveva 14 anni a causa di una bomba a mano tedesca

Luciano Ricci, ha fotografato Callas e De Filippo. A 92 anni espone gli scatti delle anziane nella Rsa in cui è ospite
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Nella sua vita ha collaborato con Fellini, Monicelli. Ha fotografato personaggi come Henry Moore, Riccardo Muti, Andy Warhol, Maria Callas, Jehudy Menuhin, Orazio Costa, Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman.

Franco Basaglia, allora giovane psichiatra determinato a chiudere i manicomi, gli affidò la documentazione fotografica di quei luoghi. Con i suoi obiettivi sarà il primo a raccontare quella realtà.

Lui è Luciano Ricci, 95 anni. Oggi è ospite presso l’Rsa La Mimosa di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, (gestita dal Consorzio Zenit) e, nonostante gli acciacchi, continua a fotografare.

Per la festa della donna di sabato 8 marzo, saranno esposti nella residenza sanitaria assistita 20 scatti che ha fatto alle anziane ospiti della struttura e alle operatrici sociali. Armato della sua macchina fotografica, non ha smesso di coltivare la grande passione della sua vita e, seduto sopra la carrozzina, ha immortalato molto donne che vivono quotidianamente l’Rsa campigiana.

Luciano ha esposto alla Biblioteca Nazionale di Parigi (1971), al Museo d’Arte Moderna di New York (1974), ad Arles (1978), alla casa della Cultura di Pechino (1984), alla Galleria d’Arte Contemporanea di Sidney (1984), nelle Gallerie d’Arte Moderna di Colonia, Francoforte e Amburgo (1992-’93). Adesso un altro capitolo della sua vita.

L'arte delle foto

Tante le signore onorate di posare per Luciano. Tra le caratteristiche di Luciano, il fatto che fotografa con una mano soltanto visto che ha perso due arti (una gamba e un braccio) quando aveva 14 anni a causa di una bomba a mano tedesca, che aveva raccolto da terra e con cui stava inavvertitamente giocando.

"Dopo che si è ritirato dal contesto internazionale, Luciano ha sempre continuato a fare fotografia sperimentando nuovi generi e nuove correnti – ha detto la moglie, la poetessa Maria Grazia Carraroli – Adesso vive in Rsa date le sue condizioni di salute, mi dice sempre di sentirsi accolto, apprezza il clima caloroso e di rispetto nei suoi confronti. E poi può continuare ad usare la macchina fotografica, e questo per lui è molto importante".

"L’esposizione di opere fotografiche in un ambiente come quello dell’Rsa può avere un forte impatto positivo sugli ospiti, contribuendo a stimolare la loro memoria, emozioni e creatività – ha detto Cecilia Cardoso, animatrice dell’Rsa La Mimosa -

Inoltre, il fatto che un fotografo di fama internazionale decida di esporre il suo lavoro in una Rsa rappresenta un atto di inclusività e di riconoscimento del valore delle persone anziane, spesso percepite come emarginate o invisibili dalla società. L’arte ha il potere di abbattere le barriere e di stimolare un legame intergenerazionale, creando momenti di riflessione, bellezza e, in alcuni casi, anche di comunione tra il fotografo e gli ospiti".

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