un incubo

Minaccia la rivale, perseguitandola con scritte ingiuriose: dottoressa pistoiese condannata

Un anno e otto mesi di reclusione per una professionista sessantenne che, spinta dalla gelosia, avrebbe diffamato un’imprenditrice

Minaccia la rivale, perseguitandola con scritte ingiuriose: dottoressa pistoiese condannata

Una storia di gelosia, ossessione e minacce ha portato alla condanna di una dottoressa pistoiese di sessant’anni, riconosciuta colpevole di stalking nei confronti di un’imprenditrice della stessa città. La sentenza è arrivata tre giorni fa dal giudice monocratico del Tribunale di Pistoia, Pasquale Cerrone, che ha inflitto alla donna un anno e otto mesi di reclusione, accogliendo integralmente la richiesta del pubblico ministero Claudio Curreli.

Al centro della vicenda,  riporta il quotidiano La Nazione, un uomo conteso: il convivente della dottoressa, che secondo l’accusa avrebbe scatenato nella professionista una gelosia tale da trasformarsi in un vero e proprio accanimento persecutorio.

Secondo quanto ricostruito in aula, la donna avrebbe ripetutamente offeso e diffamato l’imprenditrice, sia di persona che sui social, arrivando a pubblicare frasi ingiuriose, minacce e allusioni esplicite. In alcuni casi avrebbe anche seguito la vittima, appostandosi sotto casa e lasciando scritte diffamatorie e intimidatorie sui muri di edifici cittadini.

Un comportamento, ha stabilito il giudice, che aveva gettato la vittima in uno stato di ansia e paura costante, al punto da modificare le proprie abitudini di vita, chiedere supporto psicologico e assumere ansiolitici.

La dottoressa era stata arrestata in fase d’indagine e sottoposta per dieci giorni ai domiciliari, poi sostituiti con il divieto di avvicinamento, controllato da un dispositivo elettronico. Ora la condanna in primo grado: oltre alla pena detentiva, il giudice ha disposto il pagamento di una provvisionale di cinquemila euro alla parte civile, rappresentata dall’avvocato Elena Baldi.

Nel corso del processo, anche il compagno della donna — l’uomo al centro della contesa — era stato chiamato a testimoniare, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.