L'appello di Moscerino e di sua moglie Bettina
«Non possiamo abbandonare i Renai, aiutateci a rimanere».

Ecco l'articolo uscito l'8 maggio su Bisenziosette con l'appello accorato di Moscerino e di sua moglie Bettina, i pionieri dei Renai.
L'appello di Moscerino
«Questo posto è tutta la nostra vita, aiutateci a non abbandonare i Renai».
E’ questo l’appello promosso da Alfio Vanni, meglio conosciuto con il nome d’arte di Moscerino e da sua moglie Bettina.
«Nei mesi scorsi, dopo l’ondata di piena nel novembre scorso che ha in parte distrutto la nostra dimora – ha precisato Alfio – l’amministrazione comunale ci ha comunicato che dobbiamo abbandonare questo luogo per consentire la realizzazione della cassa di espansione dei Renai. Insieme a mia moglie viviamo sulle sponde del lago oramai da 36 anni, siamo i pionieri dei Renai e siamo conosciuti praticamente in tutto il mondo. Per questo chiediamo a tutti coloro che ci vogliono bene di aiutarci a non dover sgomberare».
La storia di Moscerino
Moscerino è uno stravagante artista di strada che si è formato sulle navi da crociera, cantante e fantasista, per lungo tempo è stato un brillante animatore presso il caffè Roma di Alassio per poi arrivare a Signa e stabilirsi presso la vecchia casa contadina. Dopo l’ondata di piena nel novembre scorso Moscerino non si è perso d’animo, si è trasferito ad abitare, insieme a sua moglie, presso un monolocale messo a disposizione da alcuni amici e ogni giorno si reca a ristrutturare la colorata dimora sulla bocca dell’Arno. Noi di Bisenziosette l’abbiamo incontrato intento a pulire i tanti arredi della cascina «in questi cinque mesi – ha spiegato - ho lavorato senza sosta per salvare la nostra casa in legno ma tanto resta ancora da fare. L’ondata di piena ha stralciato il cavo dell’elettricità e fino ad oggi la luce non è stata più restituita. Su di noi grava, come una spada di Damocle, l’ordinanza che ci chiede di sgomberare. In questi anni abbiamo ospitato persone di tutto il mondo, con loro abbiamo trascorso serate spensierate in compagnia dell’ottima cucina toscana e del divertimento con musica e cabaret che io ho sempre fatto. Mi ricordo ancora la visita di 27 avvocati di New York, giunti da noi grazie alla nostra amica Jenny, che arrivarono sul lago a bordo di due pulmini e non posso credere che tutto questo adesso debba finire per sempre».
La richiesta di aiuto
«Moscerino – ha aggiunto la moglie Bettina - festeggerà il prossimo anno 80 anni, è un personaggio conosciuto da tutti la cui esistenza deve essere salvaguardata. In tutti questi anni i problemi e le difficoltà non sono mancate, le alluvioni, i furti ripetuti e le cause legali che abbiamo vinto, ma noi siamo sempre resistiti».
«Per questo chiediamo l’intervento del sindaco Fossi – hanno commentato ancora – con lui abbiamo un ottimo rapporto avendoci sposati nove anni fa. Potremmo anche evitare di tornare a vivere in questo luogo, ma non possiamo pensare che tutta la dimora sia abbattuta. Noi siamo disponibili a recarci solo durante il periodo estivo per continuare a intrattenere gli ospiti che ci vengono a trovare».
L’appello di Moscerino è sconfinato, non vede l’ora di poter tornare a suonare la sua amata batteria e preparare la brace per le grandi grigliate. Un sognatore senza tempo la cui esistenza rischia ora di essere spazzata via.
La storia della cassa di espansione
E’ davvero da moltissimi anni che si parla della realizzazione della cassa di espansione dei Renai prevista nel piano delle opere di messa in sicurezza idraulica della Regione Toscana. Già oggi il grande parco assolve il compito di cassa d’espansione naturale così come dimostrato durante le due ondate di piena di questo inverno. Tuttavia solo con gli attesi lavori della Regione, il parco potrà assolvere, ancora meglio, al suo compito di sicurezza idraulica. L’opera idraulica doveva essere realizzata, insieme a tutti gli altri interventi di sicurezza idraulica, entro il 31 ottobre 2011. Come ricordato in passato anche dal capogruppo di Uniti per Signa Gianni Vinattieri, nell’agosto 2011 la Regione Toscana è subentrata come ente attuatore della cassa di espansione al posto del Comune di Signa, ma ancora oggi l’opera è rimasta una chimera. Già nel 1999 l’accordo di programma quadro per il settore della difesa del suolo e della tutela delle risorse idriche, inseriva la realizzazione della cassa di espansione tra gli interventi prioritari. Successivamente, nel 2001, la regione Toscana ha sottoscritto il protocollo d’intesa per l’attuazione del piano di stralcio del rischio idraulico e nel 2004 è stato firmato l’accordo di programma per la realizzazione del primo lotto funzionale della cassa di espansione. Da allora, tuttavia, l’opera non è stata ancora realizzata pur rivestendo un ruolo centrale anche nell’accordo stipulato di recente per costruire il nuovo ponte sull’Arno.