una triste coincendenza

Addio a Gabriella Bernardini, vedova dell'ex calciatore della Fiorentina Bruno Beatrice

Era attesa ad un incontro in Regione per gettare luce sulla morte di suo marito, deceduto all'età di 39 anni.

Addio a Gabriella Bernardini, vedova dell'ex calciatore della Fiorentina Bruno Beatrice
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Il destino ha voluto che Gabriella Bernardini, vedova dell'ex calciatore della Fiorentina, Bruno Beatrice, se ne andasse proprio poche ore prima di un incontro cruciale in Consiglio regionale, volto a riaccendere i riflettori sulla morte di suo marito. Oggi, 12 marzo 2025, Gabriella è morta ad Arezzo, la sua città, dove viveva con i figli Alessandro e Claudia.

Una vita segnata alla ricerca della verità

Gabriella aveva perso il marito nel 1987, quando Bruno Beatrice, a soli 39 anni, morì di leucemia. Da quel giorno, la sua vita è stata segnata da una sola grande battaglia: trovare la verità sulla morte del marito.

E scoprire se, dietro quella tragedia, si nascondesse il dramma del doping. La sua lotta è stata lunga, fatta di attese, speranze e frustrazioni, ma anche di impegno per fare giustizia. Gabriella non si era mai fermata nel suo desiderio di far luce su quanto accaduto a Bruno.

Era attesa in Regione

In quest’ultimo incontro che Gabriella non ha potuto vivere, in programma a Firenze al Palazzo del Pegaso, doveva essere esposto uno striscione che chiedeva giustizia per Bruno Beatrice.

Lo striscione simboleggiava la continuazione della sua battaglia, una lotta che, malgrado tutto, non si era mai fermata.

Gabriella, più volte intervistata dalla stampa, non ha mai nascosto la sua frustrazione verso il mondo del calcio, che aveva accusato di omertà.

"Se hai problemi, ti abbandonano, e vogliono che tu non dia fastidio. Quando Bruno si è ammalato, sono rimasta sola, evitata come la peste", aveva dichiarato recentemente.

Una lotta di anni e di battaglie

Due le date che hanno segnato la sua lotta. Giugno 2008, quando un’indagine dei Nas di Firenze ipotizzò il reato di omicidio preterintenzionale a carico dell’allenatore dell’epoca, Carlo Mazzone. Accusa che, però, cadde in prescrizione. Nel gennaio 2009, la procura di Firenze aveva richiesto l'archiviazione del caso.

Due anni fa, il Consiglio regionale della Toscana aveva approvato una mozione per istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela sanitaria degli atleti.

Ma anche in questo caso, dopo l’entusiasmo iniziale, la questione è stata messa in secondo piano, senza sviluppi concreti.

Fino ad oggi, in uno strano incrocio di coincidenze. Al palazzo del Pegaso doveva essere  esposto uno striscione con la scritta "giustizia per Beatrice". Ci doveva essere anche lei.

Una ricerca di verità che continua, come ha ribadito  il figlio, Alessandro Beatrice.

"Quella di oggi è una giornata importante – ha detto Alessandro Beatrice –, più unica che rara. Si celebra una unione con le istituzioni che per noi rimarrà per sempre. La nostra ricerca della verità e della giustizia non si ferma, noi abbiamo davanti questa esigenza tutte le mattine quando ci alziamo.

È giusto farlo anche per tantissimi altri sportivi che se ne sono andati per morti misteriose. Non possiamo lasciare che il dolore inflitto dalla perdita di un babbo, di un marito, di un nonno rimanga senza verità e senza giustizia”.

Vincenzo Ceccarelli ha ricordato la mozione approvata nel 2023 dal Consiglio regionale della Toscana, per chiedere la costituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta:

"per cercare di venire a capo di ciò che fino ad ora la giustizia non è riuscita ad appurare. Oggi siamo di nuovo qui, per dare forza a questa famiglia e a tutti coloro che chiedono chiarezza e trasparenza. È una questione di civiltà, non solo di vicinanza umana".

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