Decimo anniversario sacerdotale di don Bledar: la gioia della comunità
il parroco di Santa Maria ha preferito rinviare a quando questa pandemia sarà finita.

Decimo anniversario sacerdotale di Don Bledar: la gioia della comunità
In queste settimane di isolamento per evitare l’ulteriore diffusione del contagio, le funzioni religiose nelle chiese sono state sospese così da evitare assembramenti di fedeli. Fin da subito don Bledar Xhuli, da anni parroco della Parrocchia di Santa Maria, si è attrezzato per celebrare la Santa Messa online e per permettere così ai fedeli della parrocchia di poter seguire la funzione da casa. Non solo, in plurime occasioni si è anche recato in cima al campanile, trasmettendo in diretta streaming il suono delle campane e la preghiera dell’Angelus. Proprio in occasione del triduo pasquale, sabato 11 aprile, è ricorso il decimo anniversario sacerdotale di don Bledy, come oramai i campigiani sono soliti chiamarlo. Visto il particolare momento, nel silenzio del sabato Santo, il parroco di Santa Maria ha preferito rinviare a quando questa pandemia sarà finita ogni commento ed ogni altro momento di convivialità. Nonostante questo tanti fedeli si sono stretti attorno al proprio parroco con la preghiera ringraziando il Signore di aver fatto un dono così grande. Don Bledy, infatti, è da sempre un sacerdote molto amato in città. «Anche in queste giornate così difficili – ha commentato Luciano – don Bledy da bravo pastore riesce sempre a tenere uniti i suoi parrocchiani». «Averlo come parroco – ha aggiunto Anna – è una grazia che il Signore ci ha fatto perché ce ne sono davvero pochi di preti come lui». «Don Bledy – ha sottolineato Paola – non è solo un grande sacerdote ma soprattutto un grande uomo». Sacerdote di origini albanese, la storia di don Bledar è stata una delle testimonianze più toccanti dell’incontro tra Papa Francesco ed i rappresentati del 5° Convegno ecclesiale nazionale nel Duomo di Firenze durante la visita pastorale del novembre 2015. Don Bledar è un prete schivo che non ama raccontare la sua storia, non volendo mai dare l’impressione di mettersi in mostra. Solo davanti al Papa ha raccontato ogni aspetto della sua vita difficile, riuscendo a dimostrare come siano sorprendenti gli effetti dell’accoglienza e la misericordia. «A 16 anni – aveva raccontato– avevo deciso di partire dall’Albania per lavorare in Italia, per cercare un futuro. Con un passaporto falso attraversai l’Adriatico su una nave pensando di trovare un lavoro e una casa, ma presto scoprii che così non era. Il fatto di essere clandestino e minorenne non migliorava la situazione». Arrivò a Firenze perché un amico gli aveva detto che qui avrebbe potuto mangiare e dormire gratuitamente e fu poi presso la parrocchia di San Gervasio che don Giancarlo Setti lo accolse. Proprio nella pasqua del 1994, dopo aver partecipato alla formazione e al catechismo, tra il lavoro e le scuole serali, ricevette il battesimo, la cresima e la comunione. Don Bledy rimase con don Setti fino al 2002, poi nel 2003 entrò in seminario, dove trascorse 7 anni di formazione e dal 2010 è diventato sacerdote della Chiesa fiorentina. Dopo essere stato per cinque anni vice parroco a San Casciano è oggi parroco di Santa Maria a Campi, una parrocchia vivace dove non manca il lavoro spirituale e pastorale. «Ringraziamo il Signore per aver inviato don Bledar proprio da noi – ha commentato Sandro –un prete che ha sperimentato la generosità di tante persone e che oggi non manca mai di essere presente nella nostra comunità»