Emergenza Coronavirus: interrotto il giro del mondo della coppia social “Godimundi”
Dopo sei anni, Alessandro Maccarone e Stefania Sposato hanno dovuto interrompere il giro del mondo in sella al loro tandem.

L'articolo uscito su Bisennziosette il 27 marzo 2020.
Interrotto il giro del mondo della coppia social “Godimundi”
«Abbiamo interrotto la nostra avventura con un po’ d’amarezza, ma siamo contenti di essere in quarantena vicini alle nostre famiglie piuttosto che in isolamento lontani da casa. Inoltre potremo di nuovo goderci delle comodità che ci mancavano da tempo».
Dopo sei anni, Alessandro Maccarone e Stefania Sposato hanno dovuto interrompere il giro del mondo in sella al loro tandem. L’allarme Coronavirus li ha infatti costretti a rientrare in fretta e furia nella loro Prato.
«Da qualche settimana seguivamo con crescente preoccupazione le notizie riguardanti le reazioni dei vari governi alla diffusione globale del virus. Avevamo già dovuto cambiare i piani di viaggio per la chiusura di tutti i confini dell’Iran e per la cancellazione del traghetto sul Golfo Persico – il racconto della coppia, conosciuta sui social come “Godimundi” – Così abbiamo scelto di volare a Tbilisi convinti di poter pedalare dalla Georgia all’Italia, ma il focolaio divampato nel nostro paese ha scatenato il panico in tutta Europa e anche nel Caucaso abbiamo assistito a una serie di episodi dettati da una comprensibile paura e che ci hanno convinto a prenotare il primo aereo disponibile per tornare a casa. Il rientro non è stato difficile, fatta eccezione per una certa tensione avvertita a Fiumicino, con gli addetti ai controlli che faticavano a far rispettare le distanze di sicurezza».
L'Italia che hanno ritrovato è in piena emergenza
Ma che Italia hanno ritrovato Alessandro e Stefania?
«In tutto il mondo prevale un’atmosfera nervosa, triste e segregata, contraddistinta da sfiducia e sospetto reciproco. Da noi questo clima è esasperato dalle misure adottate, particolarmente pesanti rispetto alla Georgia, ma in tutti e due i paesi siamo stati testimoni di episodi di razzismo ingiustificabili, per quanto comprensibili visto l’allarmismo mediatico che circola ormai da mesi. Le restrizioni in Italia sono vissute con molta insofferenza rispetto che in Cina, ma ci sembra, guardando fuori dal balcone, che prevalga il senso di responsabilità».
I ricordi che rimangono
Fermandosi a ripensare alle esperienze passate, sono veramente molte le immagini che tornano alla mente alla coppia di Prato.
«I ricordi belli sono un’infinità: una processione di donne in variopinti sari di seta che, portando sulla testa giare di rame colme di pongal e soffiando in enormi conchiglie, sfilano tra le capanne di fango e foglie di palma di un villaggio a Tamil; un pasto tradizionale preparato dalla famiglia del nostro nuovo zio Iban nella longhouse circondata dalla giungla del Borneo; un massaggio con fascine di betulla praticato da uno sciamano siberiano in una tenda trasformata in sauna sul lago Baikal. Cosa ci mancherà di più? L’accoglienza che ci è stata riservata in tanti angoli del globo in quanto viaggiatori e la maestosità dei paesaggi che abbiamo attraversato».
Partiti dall’Italia in direzione Cina, i due 34enni hanno fatto tappa in una trentina di paesi percorrendo oltre 50 mila chilometri con il tandem. Normale che adesso sia giunto il momento di staccare per un po’ la spina e di riposarsi. Nuove esplorazioni, superata l’emergenza sanitaria, non sono in programma, anche se, «la voglia di viaggiare è sempre intatta».