Furti nei vivai di Pistoia, si aggrava il bilancio: la preoccupazione del settore
Michelucci (Avi): "E’ un vero e proprio attacco al patrimonio produttivo di un settore strategico per il Made in Italy"

Nelle scorse notti, da Casalguidi e poi verso altri punti essenziali per le coltivazioni della Piana pistoiese, come San Pantaleo e Ramini, sono stati rubati oltre diecimila esemplari fra aceri e magnolie.
L'interessamento della Prefettura
Il bilancio si aggrava, secondo quanto segnalato dall’Associazione Vivaisti Italiani tramite il presidente Alessandro Michelucci, considerando che anche la scorsa settimana erano sparite circa 3-4mila piante dal cuore del distretto.
Non appena scoperti questi furti con particolare riferimento ai vivai Baldacci, ma anche altre proprietà nel territorio di Serravalle Pistoiese, l’Avi è stata contattata dalla Prefettura per avere maggiori dettagli e stabilire strategie preventive
Una perdita anche futuribile
"L’entità di questi furti non rappresenta solo una perdita economica immediata per le aziende colpite, ma incide anche sul mancato guadagno futuro legato alla vendita di piante già formate, spesso di tre anni di età – afferma Michelucci –. E’ un attacco al patrimonio produttivo di un settore strategico per il Made in Italy che esporta in tutto il mondo e garantisce occupazione e sviluppo locale".
Il mercato drogato
Il costo di un singolo acero sul mercato si attesta sui 18 euro: se, per una stima a ribasso, si trattasse di cinquemila esemplari, si parlerebbe di un mancato introito di poco inferiore ai 100mila euro ai quali aggiungere, per i vivaisti più piccoli, l’aver perso le lavorazioni di almeno tre anni con annesse spese.
"La reputazione danneggiata"
"Ci ritroviamo con le nostre stesse piante, frutto di anni di cura e investimenti – aggiunge Michelucci – vendute come merce di fine serie, magari danneggiate e fuori standard. Questo danneggia la reputazione dei nostri vivai, che sono sinonimo di eccellenza a livello internazionale, ed è un danno d’immagine che non possiamo permetterci".
"In un momento storico in cui il settore è già messo alla prova da sfide economiche e normative sempre più stringenti – conclude il presidente Avi –, non possiamo permettere che la criminalità metta ulteriormente a rischio la competitività delle nostre aziende. Chiediamo alle istituzioni locali e nazionali un intervento tempestivo e coordinato per garantire sicurezza e tutela a uno dei comparti più vitali dell’agricoltura italiana".