Il carcere di Prato sotto inchiesta per l’aggressione con olio bollente al killer di Denisa e Ana Maria
Il procuratore: “Ha potuto agire indisturbato”

Dopo l'aggressione ai danni di Vasile Frumuzache, il 32enne che ha confessato di aver ucciso le due sex worker Maria Denisa Adas e Ana Maria Andrei, il carcere della Dogaia di Prato finisce sotto inchiesta;
i fatti risalgono a venerdì mattina (6 giugno), quando l'uomo accusato di aver ucciso e occultato i resti delle due donne è stato avvicinato da un detenuto parente di Ana Maria Andrei, assassinata un anno fa, che si è scagliato su di lui nel corso di una lite.
Frumuzache, come riporta oggi La Repubblica, gli avrebbe detto di aver ucciso altre donne, dopo di che il cugino di Ana gli ha gettato dell'olio bollente sul volto; subito portato al pronto soccorso, Frumuzache è stato medicato: per lui ustioni di primo e secondo grado; il 32enne, dimesso poco dopo con 15 giorni di prognosi, è stato riaccompragnato in carcere, dove adesso è in regime di isolamento.
Ma la vicenda non è finita, perché quanto successo ha portato la magistratura ad aprire un'inchiesta; indagato per lesioni il detenuto che ha lanciato l'olio bollente, e iscritti nel registro degli indagati in concorso i vertici dell'amministrazione penitenziaria.
La Procura di Prato aveva chiesto che Frumuzache venisse isolato fin dal suo ingresso nella struttura detentiva proprio per garantirne l'incolumità; ma questo non è avvenuto: "l'aggressore ha potuto agire indisturbato", ha sottolineato il procuratore capo LucaTescaroli, "il fatto è di particolare gravità, perché ogni persona, anche se ipoteticamente responsabile di gravi crimini, ha il preciso diritto di essere tutelata, trattata con umanità e rispettata come essere umano", ha chiosato Tescaroli.