si allarga l'inchiesta

Incendi dolosi, ditte cinesi e traffici illeciti: le indagini portano in Spagna

Le indagini stanno anche valutando possibili infiltrazioni della criminalità organizzata italiana e cinese

Incendi dolosi, ditte cinesi e traffici illeciti: le indagini portano in Spagna
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Tre incendi, nella stessa mattinata che hanno coinvolto tre ditte cinesi tra Prato e Campi Bisenzio, ma potrebbero avere collegamenti direttamente con la Spagna. Uno in particolare, accaduto nella notte tra il 1° e il 2 marzo. Le fiamme hanno distrutto la sede dell’Anda Transporters, un’importante azienda di logistica gestita da imprenditori cinesi, situata nella zona industriale di Madrid.

Ecco, secondo gli inquirenti gli episodi tra Prato e Madrid potrebbero essere collegati. Non solo, ma i roghi delle ultime settimane all’interno dei capannoni industriali e magazzini delle ditte cinesi hanno interessato anche altre italiano come Milano e Napoli.

La dinamica degli incendi

Le modalità d’innesco e la ripetitività degli eventi hanno subito spinto gli inquirenti a escludere la causa accidentale, orientandosi sulla pista del dolo.

Come detto, molti degli stabilimenti colpiti appartengono a ditte cinesi specializzate nella produzione e distribuzione di abbigliamento a basso costo. Gli inquirenti sospettano che dietro questi incendi ci siano regolamenti di conti.

I sospetti sulle ditte cinesi

Infatti, uno dei filoni investigativi sta seguendo le rotte commerciali che collegano l’Italia con la Spagna, in particolare con Barcellona e Madrid, due snodi fondamentali nel traffico di merci contraffatte.

Secondo le ipotesi degli investigatori, alcune aziende coinvolte negli incendi potrebbero far parte di una rete transnazionale di riciclaggio di denaro, con società di comodo registrate in Spagna utilizzate per movimentare capitali illeciti.

Il ruolo delle mafie internazionali

Non solo, le indagini stanno anche valutando possibili infiltrazioni della criminalità organizzata italiana e cinese. Questi gruppi avrebbero un ruolo chiave nella gestione dei traffici illegali e nella protezione delle attività illecite delle aziende coinvolte.

L’inchiesta è ancora in corso, ma i primi elementi raccolti delineano uno scenario complesso e preoccupante, che evidenzia come il tessuto produttivo di alcune aree italiane sia permeabile a dinamiche criminali internazionali.

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