Investito e ucciso dal Suv, cosa dice l'autopsia
Chiusura indagini vicina

Sarebbe stato il primo impatto con il suv a uccidere Noureddine Mazgui (detto Said), marocchino di 52 anni che la sera dell’otto settembre 2024 è morto dopo essere stato colpito più volte dal suv alla cui guida c’era l’imprenditrice balneare viareggina Cinzia Dal Pino, 65 anni; l’uomo era a piedi in via Coppino, a Viareggio: aveva appena rubato alla donna la borsa, dal sedile dell’auto in sosta.
In questi giorni sul tavolo del Pubblico ministero Sara Polino è arrivata la relazione finale del medico legale, il dottor Stefano Pierotti che ha eseguito l’autopsia sul cadavere della vittima; dalle risultanze mediche è emerso che sarebbe stato già letale il primo impatto con il suv, perché sarebbe stato quello che avrebbe provocato un’emorragia interna che ha portato l’uomo – investito poco dopo altre volte dalla stessa Dal Pino – a morire nei minuti successivi sul marciapiede di via Coppino; sul corpo sono state riscontrate anche altre ferite, oltre alle numerose fratture dovute al primo impatto con la grossa auto: ma tutte di lieve entità e non letali, secondo il medico legale incaricato dalla Procura. Sulla scorta di questa perizia medico legale, il Pm potrà chiudere le indagini e procedere alla richiesta di rinvio a giudizio per l'imprenditrice viareggina, per la quale potrebbe prospettarsi l'ipotesi di omicidio volontario.

La rapina e l'inseguimento
Altri filmati in mano alla Procura
Ma la Procura ha a disposizione altri filmati che inquadrano il prima e il dopo della scena. In particolare gli investigatori si sono soffermati sulle immagini che riprendono la donna mentre, dopo l’incidente, prosegue la sua marcia verso il mare, compiendo un’inversione a U, tornando indietro, ma senza fermarsi dinanzi all’uomo che aveva appena investito. La donna ha poi raggiunto il ristorante dove era stata a cena per restituire l’ombrello che le era stato prestato.
Grazie a quei filmati in poche ore la polizia rintracciò l’indirizzo della proprietaria del suv e il giorno dopo la Dal Pino è stata arrestata; oggi si trova agli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico. Per lei l’accusa, confermata dal Gip Alessandro Trinci è quella di omicidio volontario. Difesa dall’avvocato Enrico Marzaduri, l'imprenditrice ha sostenuto che Said – al momento di impossessarsi della borsa appoggiata sul sedile dell’auto – aveva in mano un coltello. Arma che gli inquirenti non hanno però mai ritrovato.
L'imprenditrice si è sempre dichiarata innocente
La donna ha sempre dichiarato di non avere avuto intenzione di uccidere, ma di voler recuperare la borsa che conteneva documenti, denaro e le chiavi di casa, spaventata dal fatto che l’uomo potesse tentare di rubare anche nell’abitazione in cui Dal Pino vive con la famiglia.
I legali della famiglia di Said, in attesa di avere in mano tutti gli atti della Procura, stanno valutando la nomina di un proprio consulente medico legale. All’epoca dell’autopsia la nomina non era stata possibile per via dei problemi di riconoscimento dell’uomo, che si presentava con un altro nome
Quando la Procura dichiarerà la chiusura indagini sarà fissata l’udienza preliminare. Il legale della Dal Pino dovrà decidere se scegliere la formula del rito abbreviato per la propria assistita.