In carcere ci sono cinque giovani

Maati ucciso perché scambiato per un ladro? Per una sigaretta elettronica sottratta a una ragazza, ma non era stato lui

Possibile svolta nelle indagini per l'omicidio del 29 novembre 2024

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Ucciso per uno scambio di persona. E' l'inquietante retroscena che sta emergendo dalle indagini per l'omicidio di Maati Moubakir.

Il giovane originardio di Certaldo fu scambiato per il ladro di una sigaretta elettronica che aveva affrontato le sue accusatrici con un insulto: per questo fu inseguito dal branco e ucciso con cinque coltellate la notte del 29 dicembre 2024. Il presunto ladro era un ragazzo dal taglio di capelli simile a quello del diciassettenne massacrato la notte del 29 dicembre a Campi Bisenzio. E anche lui aveva trascorso la notte nella stessa discoteca, a Campi Bisenzio.

La ricostruzione degli inquirenti

È la ricostruzione che la Procura ha ipotizzato ieri, sulla base di testimonianze raccolte dagli investigatori e di filmati delle telecamere di sorveglianza della zona in cui avvenne l’omicidio, di fronte al tribunale del Riesame che dovrà decidere se revocare o attenuare la misura cautelare in carcere, cui è sottoposto, da fine di gennaio, Diego Voza, appena 18 anni, (difeso dall’avvocato Martina Bartoli), tra i sei indagati per l’omicidio di Maati Moubakir. 

Insieme a lui sono in carcere anche il fiorentino Denis Alexander Effa Ekani, 22 anni, Denis Mehmeti, 20 anni, il pratese Ismail Arouii, 20, Francesco Pratesi, anche lui fiorentino, 18 anni. C’è un altro ragazzo che è denunciato a piede libero per la stessa ipotesi di reato. Per tutti, l’accusa è concorso in omicidio volontario aggravato dall’aver agito per futili motivi e con crudeltà per la particolare efferatezza dell’azione criminosa e la giovanissima età degli indagati.

Maati se n'era andato tranquillamente

Quella notte, in discoteca Maati era in compagnia di un gruppo di amici. C’erano anche due ragazze che, secondo quanto ricostruito, avrebbero puntato il dito su un giovane che era al fianco del diciassettenne: "È stato lui a rubare la sigaretta elettronica la scorsa estate". Il giovane avrebbe reagito sputando. Sembrava finito tutto lì.

In realtà, le due avrebbero chiamato a raccolta gli amici all’uscita della discoteca per segnalare il ladro autore dell’affronto. Intanto Maati e i suoi amici, dopo aver ballato e scherzato per tutta la sera, avevano abbandonato il locale per raggiungere i mezzi pubblici e far ritorno a casa.

La "spiegazione" di Maati al branco

Diego Voza e Alexandre Denis Effa Ekani avrebbero preso parte alla prima parte dell’aggressione: i due giovani sarebbero stati ripresi da alcune telecamere nei pressi dei giardini di via Bruno Buozzi, mentre inseguivano Maati e sferravano le prime due coltellate. Il diciassettenne, ferito, ha proseguito la sua corsa in via Tintori, dove sarebbe stato raggiunto e colpito dagli altri tre ragazzi.

Gli ultimi minuti di vita sono immortalati dalle tre telecamere del bus, a bordo del quale si era rifugiato. "Non ho fatto niente, non sono io", urla al branco. Il ragazzo viene raggiunto da un quinto fendente, dritto al cuore: cade, si solleva, muove qualche passo e si accascia per terra, senza riprendere più conoscenza.

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