accertamenti tecnici

Maxi operazione della Polizia Postale in Toscana: scoperta una rete di pedopornografia online

Perquisite 17 persone in tutta Italia: tre arresti e decine di migliaia di file sequestrati durante un’indagine partita da un singolo dispositivo informatico

Maxi operazione della Polizia Postale in Toscana: scoperta una rete di pedopornografia online

La storia inizia da un dispositivo sequestrato mesi fa, durante un’altra indagine sulla pedopornografia online. Un dettaglio, un file, una traccia lasciata in memoria ha guidato gli investigatori della Polizia Postale della Toscana verso un flusso di utenti nascosti dietro profili apparentemente innocui.

È da quel primo frammento digitale che si è aperto uno scenario ben più vasto, culminato in un blitz coordinato su tutto il territorio nazionale.

Una rete di scambi illeciti ricostruita in mesi di monitoraggio

Gli specialisti del comparto fiorentino hanno seguito per lungo tempo i movimenti dei profili sospettati, osservando download continui e, in alcuni casi, la condivisione sistematica di video e immagini che ritraevano minori, anche piccolissimi, coinvolti in abusi. Materiale scambiato attraverso una nota piattaforma di messaggistica istantanea, sfruttata come canale per far circolare contenuti di straordinaria gravità.

Diciassette uomini identificati in diverse regioni

L’inchiesta ha permesso di dare un nome e un volto ai presunti responsabili: diciassette uomini tra i venti e i settant’anni, residenti in più regioni italiane. Gli accertamenti tecnici e tradizionali hanno fornito elementi ritenuti sufficienti dalla Procura di Firenze per ordinare le perquisizioni, eseguite simultaneamente grazie al lavoro coordinato dei reparti della Polizia Postale di Toscana, Sardegna, Lombardia, Campania, Sicilia, Lazio, Piemonte e Veneto, sotto il coordinamento del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online.

Tre arresti e un archivio di file raccapricciante

Nel corso delle perquisizioni, gli agenti hanno rinvenuto decine di migliaia di file pedopornografici.

In alcuni casi, il materiale era ordinato in raccolte accuratamente suddivise per categorie, una classificazione che secondo gli investigatori rivela la natura sistematica e ossessiva dell’interesse degli indagati. Per tre di loro sono scattate le manette con l’accusa di detenzione e diffusione di contenuti prodotti sfruttando minori.