Il blitz

Maxi perquisizione nel carcere della Dogaia: 800 agenti in azione

La droga entrava anche con i droni

Maxi perquisizione nel carcere della Dogaia: 800 agenti in azione

Sono 800 gli agenti tra polizia, carabinieri, guardia di finanza e penitenziaria che la scorsa notte hanno partecipato a una perquisizione di massa all’interno del carcere della Dogaia a Prato.

Si tratta della seconda tranche di un’operazione iniziata lo scorso 28 giugno per debellare il consumo di droga e l’uso di telefoni cellulari all’interno del carcere di Prato.

In questa seconda e più grande operazione sono state perquisite le celle di tutti i 564 detenuti presenti.

Grazie alla collaborazione di sei detenuti, che ora sono in regime di protezione, la Procura ha accertato che le condotte illegali erano proseguite anche dopo il primo blitz di giugno. In particolare, il 31 ottobre due detenuti che rientravano dai permessi sono stati trovati in possesso di oltre 200 grammi di hashish e oltre 100 grammi di cocaina suddivisi in ovuli che avevano ingerito per passare i controlli.

Il 19 novembre quattro pacchi sono stati lanciati all’interno del carcere: contenevano tre telefoni cellulari e cento grammi di hashish.

Attualmente la Procura procede nei confronti di 29 detenuti dominicani, tunisini, marocchini, egiziani, italiani, polacchi e albanesi per estorsione, violenza privata, acquisto e vendita di stupefacenti, utilizzo di telefoni cellulari e detenzione di armi (coltelli e tirapugni).

Gli inquirenti calcolano che almeno 17 schede telefoniche siano ancora attive all’interno della Dogaia nei reparti di media e alta sicurezza: telefoni che non sono stati trovati a giugno e che potrebbero essere stati trovati la scorsa notte.