Il pubblico ministero Marco Dioni ha deciso: sarà riesumata la salma di Antonella Peruzzi, la donna di 66 anni morta domenica 26 ottobre nella sua casa ad Alberoro, frazione del Comune di Monte San Savino, nell’aretino.
Le indagini dell’inchiesta della Procura di Arezzo si stanno concentrando sulla fosfina, la sostanza utilizzata dalla ditta specializzata casentinese che ha effettuato una disinfestazione antitarlo nella villa della famiglia Tavanti.

La ditta ha utilizzato il gas altamente tossico per un trattamento sulle travi di due camere da letto venerdì 24 ottobre: la donna ha accusato un forte malessere ed è morta due giorni dopo.
Da alcune testimonianze raccolte moglie e marito avrebbero dormito in una camera adiacente a quelle disinfestate. Sembra che nella casa si avvertisse anche un forte odore acre. La fosfina usata per la disinfestazione è un gas altamente pericoloso, che se inalato può provocare lesioni anche gavi agli organi interni e persino la morte.
La donna è morta dopo un improvviso attacco di vomito e diarrea. Sulla vicenda il pm Marco Dioni ipotizza un malore legato all’esposizione a un prodotto antitarlo. Il marito, Domenico Tavanti, 69 anni, si era sentito male due volte nei giorni successivi al decesso della moglie ed era stato ricoverato in ospedale.

A stabilire se sia stato proprio questo gas a provocare la morte di Antonella Peruzzi e la grave intossicazione del marito, Domenico Tavanti, saranno le perizie disposte dalla Procura aretina sui campioni prelevati a Tavanti e inviati al centro antiveleni di Parma per stabilire se vi siano tracce di fosfina.
Nella giornata di domenica i Vigili del Fuoco hanno esaminato l’area sottoposta a disinfestazione per verificare eventuali residui di sostanze tossiche.

Intanto sul registro degli indagati resta il nome del legale rappresentante della ditta che ha effettuato la disinfestazione. Un consulente dell’indagato sarà presente all’esame autoptico che verrà eseguito giovedì a Siena dall’équipe del professor Gabbrielli, sulla salma di Antonella Peruzzi, 66 anni.
In procura si valuta anche la posizione dell’operaio che ha effettuato la disinfestazione; l’ipotesi di reato è omicidio colposo e lesioni gravissime.