altro tassello

Morte Davide Astori: medici condannati per aver redatto certificato falso

Il certificato contestato sarebbe stato redatto non prima del 10 aprile 2019, oltre un anno dopo la scomparsa del calciatore della Fiorentina

Morte Davide Astori: medici condannati per aver redatto certificato falso
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Si aggiunge un altro tassello al lungo e doloroso mosaico giudiziario legato alla morte improvvisa di Davide Astori, ex capitano della Fiorentina e difensore della Nazionale italiana, deceduto il 4 marzo 2018 nella sua camera d’albergo a Udine, poche ore prima della partita contro l’Udinese.

Il Tribunale di Firenze ha condannato a un anno di reclusione per falso ideologico il medico Giorgio Galanti, già coinvolto nel procedimento principale sulla morte del calciatore, in cui era stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo.

Falso certificato medico, retrodatato

La nuova condanna si riferisce a una costola del processo principale: secondo l’accusa, sarebbe stato prodotto un falso certificato medico, retrodatato al 2017, per attestare un esame mai effettuato , durante una visita di idoneità sportiva. Ovvero lo strain cardiaco.

Il tribunale ha condannato anche altri due imputati a otto mesi di reclusione ciascuno, sempre per falso.

Tra i dettagli più controversi del nuovo procedimento, emerge che il certificato contestato sarebbe stato redatto non prima del 10 aprile 2019, oltre un anno dopo la morte di Astori, ma con data retroattiva al 10 luglio 2017, giorno della visita di idoneità agonistica a Firenze.

Secondo l’ipotesi accusatoria, se quella visita fosse avvenuta Davide Astori con ogni probabilità sarebbe ancora vivo. Lo strain cardiaco è un test utile a individuare alterazioni sottili della funzione del cuore.

La sentenza, pur non incidendo direttamente sul procedimento per la morte del calciatore (la cui condanna a carico di Galanti è definitiva), riapre interrogativi importanti sulla gestione dei controlli medici negli ambienti sportivi professionistici.

Davide Astori, 31 anni, morì nel sonno per aritmia cardiaca maligna da cardiomiopatia aritmogena, una condizione spesso asintomatica ma potenzialmente letale.

Il Tribunale ha rigettato le richieste di risarcimento avanzate dalle parti civili, ossia dalla famiglia di Astori e dalla compagna, Francesca Fioretti, che da anni lotta perché venga fatta piena luce sulle responsabilità che circondarono la tragedia.

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