A poco più di 8 mesi dall’atroce delitto si sono chiuse le indagini per l’assassinio di Anna Viliani, la donna di 60 anni uccisa dal figlio David Morganti tra il 24 e il 25 febbraio scorsi a Montepiano, nel pratese: una perizia psichiatrica ha stabilito che il ventiduenne non è capace di intendere e di volere. Lo ha reso noto oggi, 3 novembre, il procuratore Luca Tescaroli annunciando la chiusura delle indagini preliminari.
Morganti, 22 anni, con un coltello da cucina con una lama di una decina di centimetri inflisse almeno cinquanta coltellate alla madre, che però non morì subito: secondo quanto emerso dagli esami medico-legali la donna è spirata dopo un’agonia di dodici ore.
Dopo le coltellate Morganti appiccò il fuoco in più punti dell’abitazione nella frazione di Vernio usando un accendino e alimentandole con del profumo e della lacca per capelli.
Il corpo della donna fu trovato all’alba del 25 febbraio, parzialmente carbonizzato.
Morganti è reo confesso del matricidio, maturato – come spiegato dal procuratore capo Luca Tescaroli, in un ambiente familiare disagiato.
Il giovane, sordo e afflitto da problemi psichiatrici, dopo il fatto disse che avrebbe voluto uccidere tutti, anche i familiari (il padre, il fratello, la fidanzata del fratello) che non vivevano più con lui. Ha dichiarato che da piccolo lo maltrattavano, lo picchiavano.
La perizia psichiatrica disposta dopo l’efferato delitto ha dato come esito l’incapacità di intendere e di volere, ma anche la pericolosità sociale. Da allora Morganti è ricoverato in una Rems, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, cioè le strutture sanitarie che ospitano le persone con disturbi mentali che hanno commesso un reato.