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Teatro della Toscana rischia il declassamento. Strappo tra Firenze e Roma

Tre dei sette componenti della Commissione consultiva per il teatro del Mic hanno presentato al ministro della Cultura le proprie dimissioni

Teatro della Toscana rischia il declassamento. Strappo tra Firenze e Roma
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Terremoto al Ministero della Cultura: tre dei sette membri della Commissione consultiva per il teatro hanno rassegnato le dimissioni per protestare contro la volontà, espressa dalla maggioranza di centrodestra, di declassare il Teatro della Toscana, che riunisce tre sale: la storica Pergola, Rifredi e Teatro Era di Pontedera.

Ma andiamo ai fatti. A lasciare l’incarico sono Alberto Cassani, Carmelo Grassi e Angelo Pastore, che denunciano l’“impossibilità di costruire un percorso condiviso ed equilibrato” nella valutazione dei teatri italiani.

Nel cuore dello scontro la nomina, fortemente voluta dalla sindaca di Firenze Sara Funaro (PD), drammaturgo fiorentino Stefano Massini alla direzione artistica della Fondazione. Una scelta che ha portato al siluramento dello storico direttore Marco Giorgetti e ha acceso le polemiche politiche.

Il sottosegretario Gianmarco Mazzi, vicino al centrodestra, avrebbe avuto un ruolo centrale nelle pressioni che hanno portato alla rottura. I tre ex commissari parlano apertamente di un tentativo “pretestuoso” di declassare il Teatro della Toscana, con un chiaro impatto sui finanziamenti.

Ora la Commissione può teoricamente continuare il suo lavoro con i quattro membri rimasti, ma il rischio di ricorsi – e quindi del blocco dei fondi per tutta la prosa italiana – è concreto. Una frattura che apre un nuovo, delicato fronte tra politica e cultura.

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