Caso Bugetti, domani l'interrogatorio. Intanto si allarga l'inchiesta con un nuovo indagato
Si tratta di Alessio Bitozzi, funzionario del Consorzioprogetto acqua di cui faceva parte lo stesso Matteini Bresci. Per la Dda di Firenze avrebbe fatto da intermediario

Sono attesi per domani, lunedì 23 giugno 2025, gli interrogatori per l’ex sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, e per Riccardo Matteini Bresci, l’imprenditore per cui la procura ha chiesto il carcere. E questo potrebbe segnare un passaggio decisivo nell’inchiesta della dda di Firenze secondo cui Ilaria Bugetti, dimessasi venerdì, "è un pubblico ufficiale compromesso e ricattabile".
Il corruttore sarebbe l’industriale Bresci. Ma il passo indietro dell’ormai ex prima cittadina potrebbe incidere sulla valutazione del gip: un gesto – quello delle dimissioni che, secondo la difesa, potrebbe lenire le esigenze cautelari indicate dai magistrati. Ma intanto la lista degli indagati si allarga e presumibilmente continuerà anche nelle prossime settimane.
Ci sono, infatti, almeno quattro persone coinvolte nell’inchiesta che ha portato alla richiesta di arresti domiciliari per l’ex sindaca, accusata di corruzione.
Oltre alla prima cittadina della città laniera e Riccardo Matteini Bresci, imprenditore del Gruppo Colle e presunto corruttore, c'è il vicesindaco Simone Faggi – accusato di aver fornito false informazioni ai magistrati – e Alessio Bitozzi, funzionario del Consorzioprogetto acqua di cui faceva parte lo stesso Matteini Bresci.
Secondo la DDA di Firenze, Bitozzi avrebbe fatto da intermediario tra Bugetti e Matteini Bresci, in particolare nella concessione dell’area ex Memorino, ritenuta strategica per gli interessi del gruppo.
L’ex sindaca, sempre secondo gli atti, avrebbe aggirato i pareri tecnici contrari per facilitare l’operazione. In un’intercettazione avrebbe detto:
"Lo alzo di peso", riferendosi al tecnico che ostacolava la delibera.
E non poteva essere altrimenti, secondo gli inquirenti, visto il sistema di favori che avrebbe legato Bugetti all’industriale con cui ha condiviso la sua carriera politica. Lui la sua ombra, lei in prima linea verso i successi elettorali di cui è stata protagonista in questi anni.
Fino allo stop annunciato nel caldo di venerdì scorso per “senso delle istituzioni”, come ha detto lei stessa, lasciando il Comune ad un commissario e quello che ormai, era, un laboratorio nazionale del campo largo.
Tutto sciolto come i ghiacciai, con grosse ripercussioni sul Pd che prova a tenere botta e respinge quello che il centrodestra chiama sistema toscano.