prima passo

La Toscana si smarca da Netanyahu: stop ai rapporti non umanitari, appello per la pace e il riconoscimento della Palestina

Giani: "Il messaggio che lanciamo oggi è chiaro: chiediamo la fine del massacro e il riconoscimento della Palestina"

La Toscana si smarca da Netanyahu: stop ai rapporti non umanitari, appello per la pace e il riconoscimento della Palestina
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La Regione Toscana compie un passo simbolico ma politicamente rilevante nel contesto del conflitto israelo-palestinese. Con l’approvazione di due mozioni distinte, una a firma del Partito Democratico e l’altra di Fratelli d’Italia, il Consiglio regionale ha deciso di interrompere i rapporti istituzionali e socio-economici con il governo Netanyahu, a meno che non siano esplicitamente finalizzati a fermare le violenze in corso nella Striscia di Gaza.

Un atto dal valore soprattutto politico e simbolico – come ha sottolineato anche il presidente della Regione Eugenio Giani – ma che non manca di suscitare attenzione nel panorama nazionale.

"Le relazioni internazionali sono di competenza dello Stato”, ha precisato Giani, “ma il messaggio che lanciamo oggi è chiaro: chiediamo la fine del massacro e il riconoscimento della Palestina".

Due mozioni, una direzione

I due atti approvati, pur provenendo da fronti politici opposti, convergono su un punto: la necessità di uscire dalla neutralità e di prendere posizione sul conflitto. Il documento del Partito Democratico, approvato con l’appoggio anche del Movimento 5 Stelle, riafferma il sostegno alla soluzione “due popoli, due Stati” e propone la sospensione delle relazioni con Israele non strettamente legate a scopi umanitari o di pace.

Quella di Fratelli d’Italia, invece, richiama l’importanza degli Accordi di Abramo, promossi durante l’amministrazione Trump e considerati da alcuni un possibile strumento di stabilizzazione regionale. La mozione è passata grazie all’astensione del Pd, segno di una tregua tattica in nome della necessità di affrontare la crisi con uno sguardo più ampio.

Respinta la linea dura del M5S

Non ha invece trovato accoglienza la mozione del Movimento 5 Stelle, che proponeva uno stop totale ai rapporti con Israele, comprese le collaborazioni con università e imprese. Una posizione ritenuta troppo radicale anche dagli alleati di centrosinistra.

Un segnale oltre la Toscana

Il caso toscano si inserisce in un quadro europeo frammentato, dove alcuni Paesi (come Spagna, Irlanda e Norvegia) hanno recentemente riconosciuto lo Stato di Palestina, mentre in Italia il dibattito resta acceso ma privo di atti concreti.

La decisione del Consiglio regionale di Firenze potrebbe spingere altre regioni o istituzioni locali a prendere posizione, alimentando un dibattito che finora è rimasto in gran parte confinato al Parlamento nazionale.

Una riflessione sulla diplomazia locale

Pur non avendo potere diretto sulla politica estera, le Regioni italiane hanno da tempo attivato forme di diplomazia parallela, tramite progetti di cooperazione, gemellaggi e relazioni con università, ONG e istituzioni estere.

In questo contesto, la scelta della Toscana è un segnale forte, che unisce la condanna morale alla volontà di stimolare soluzioni politiche e negoziali, non solo nell’immediato ma anche in una prospettiva di lungo termine.

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