Operazione "impossibile" al fegato. Il primato pisano
Dopo 8 mesi, la paziente sta bene

Un intervento chirurgico durato 15 ore con il personale di sala operatoria messo a dura prova per superare un limite terapeutico. Ancora un primato per il gruppo multidisciplinare che fa capo alla Sezione dipartimentale di Chirurgia epatica del risparmio d'organo dell'Azienda ospedaliera universitaria pisana diretta da Lucio Urbani.
Una paziente settantenne era stata avviata al trattamento chemioterapico con intento palliativo in quanto affetta da un epatocarcinoma che, per le dimensioni superiori a 15 cm, in letteratura scientifica viene definito “super gigante”. Il primo verdetto, infatti, aveva escluso qualsiasi trattamento locale sia radiologico interventistico sia chirurgico, a causa del coinvolgimento dei principali assi vascolari del fegato.
Il caso tuttavia è arrivato, per un secondo consulto, all'attenzione del Gruppo multidisciplinare/
Nel caso specifico della paziente, il gruppo multidisciplinare (composto da oncologi, radiologi, anatomopatologi, epatologi, anestesisti/rianimatori, chirurghi, infermieri e tecnici dedicati altamente competenti) ha eseguito un attento bilancio dei rischi e dei benefici e ha ritenuto fattibile l’asportazione chirurgica radicale del tumore.
L’arresto cardiaco intraoperatorio è una complicanza molto grave che, anche qualora venga risolta, solitamente impedisce la prosecuzione dell’intervento. Ed è in queste situazioni estreme che emerge il valore aggiunto di un team sanitario affiatato e con esperienza ultradecennale. In questa fase hanno avuto infatti un ruolo determinante gli anestesisti che, insieme ai rianimatori, hanno recuperato la stabilità emodinamica e valutato tutti insieme la possibilità di completare la chirurgia. E così è stato, l’intervento è potuto procedere entrando nella fase più cruciale che è consistita nella ricostruzione della confluenza epatocavale per assicurare la corretta funzionalità del fegato residuo. La paziente è stata dimessa dall’ospedale dopo 2 settimane di ricovero in ottime condizioni cliniche generali.
A 8 mesi dall’intervento la signora è libera da malattia, sta bene e si sta godendo la stagione balneare